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Kosovo: una partita ancora aperta che si gioca in Europa

by La Redazione
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Kosovo Unesco

Una chiesa ortodossa distrutta in Kosovo

Pristina, 6 ott – Torna a far discutere in seno alla comunità internazionale la situazione del Kosovo, anche in virtù delle crisi di Siria ed Ucraina che hanno polarizzato in due blocchi le grandi potenze mondiali.

Nello scacchiere questa volta si è inserita la recente richiesta del governo Kosovaro di un ingresso nell’UNESCO, ente internazionale di tutela del patrimonio culturale esistente, sotto l’egida ONU.
La richiesta del Kosovo va ad inserirsi nella strategia di accreditamento dello stato balcanico verso la comunità internazionale, che in questi 15 anni è stata tutt’altro che agevole.

Attualmente il Kosovo fa parte di diverse organizzazioni internazionali

Dal Fondo Monetario Internazionale alla Banca Mondiale, passando anche per il Comitato olimpico internazionale, ma non è uno Stato membro dell’ONU. Il suo ingresso nelle Nazioni Unite troverebbe fermamente contrari Russia e Cina, membri permanenti del consiglio di sicurezza e che rifiutano il riconoscimento del Kosovo come stato indipendente. Ma Russia e Cina non sono sole al palazzo di vetro, ben 72 stati non riconoscono formalmente il Kosovo, tra questi anche 5 membri dell’Unione Europea, Israele, Iran, India, Brasile, Argentina, Siria, Indonesia e altri stati minori. Spicca in Europa la posizione contraria della Spagna (un segnale ai catalani?), seguita da Grecia, Slovacchia, Romania e Cipro.

La contrarietà di questi ultimi 5 stati non permette all’UE di avere una voce univoca sulla questione e di pari passo neanche Bruxelles può riconoscere ufficialmente il Kosovo, se non con sporadici accordi.
La questione europea è calda, poiché sembrerebbe che nei contestati accordi tra UE e Grecia, sia stato inserito sul piatto della bilancia anche il riconoscimento greco del Kosovo in cambio di altri aiuti. Segno che la questione è ancora rilevante e importante sullo scenario del vecchio continente dove le pressioni USA sono forti.

E’ chiaro che per Pristina l’adesione ad enti internazionali, in uno scacchiere così complicato è linfa vitale che permette di rafforzare la propria posizione e legittimare la propria esistenza che altrimenti verrebbe meno e trascinerebbe la NATO e gli Stati Uniti verso un ennesimo fallimento. Negli anni scorsi il Kosovo ha avuto l’ok europeo per formare un proprio esercito e un proprio corpo di polizia, ma adesso lo scenario internazionale sembra cambiato. L’inasprimento delle crisi internazionali ha di fatto accentuato le distanze tra Russia ed Unione Europea. La Serbia ha trovato nuove spinte nazionaliste nel sostegno russo ed è tornata a fare la voce grossa verso la provincia autonoma kosovara. Il ministro degli esteri serbo Ivica Dacic, si è scagliato contro l’ordine del giorno UNESCO per un’adesione del Kosovo, sottolineando l’incoerenza dell’ente tra questa decisione e la propria missione. Sono quattro le località in Kosovo inserite nella lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità”, tra cui i monasteri di Dečani e Gračanica, e il patriarcato di Peć, considerati dai serbi come luoghi fondanti della propria identità religiosa e statuale. Proprio gli edifici sacri serbi furono tra i principali obiettivi delle violenze inter-etniche del marzo 2004, che portarono alla morte di 19 persone e alla distruzione di 29 tra chiese e monasteri serbi in Kosovo.

Secondo Dacic, questi 4 siti sono stati distrutti fisicamente e ora portano le iscrizioni dello stato islamico (ISIS), contro cui la comunità internazionale dovrebbe lottare. Una presa di posizione molto forte che contempla anche una velata strizzata d’occhio all’intervento russo in Siria. Dichiarazioni non commentate ufficialmente dall’UNESCO.

La partita UNESCO si giocherà ai primi di novembre, ma la questione, a 15 anni dall’indipendenza unilaterale del Kosovo, sembra tutt’altro che chiusa e di facile soluzione

Certo è che oltre all’aspetto “formale”, in Kosovo dovrebbero discutere dell’aspetto etico di una presunta indipendenza, che potrebbe negli anni anche trovare una soluzione diplomatica, ma che risulta poco autentica se nella tua capitale sventolano bandiere a stelle e strisce, viene eretta una statua per Bill Clinton in una delle piazze principali, vengono dedicate le vie principali allo stesso Clinton e a George Bush.

Giorgio Ferretti

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3 comments

Adriano Calabrese 7 Ottobre 2015 - 1:04

La penisola Balcanica e un luogo sempre bollente, prima o poi i traditori kosovari pagheranno caro i loro crimini!

Reply
Anonimo 11 Ottobre 2015 - 10:52

Adriano quale crimini abbiamo fato noi kossovari mi poi dire Adriano serbi ano fato crimini non sei informato

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Anonimo 14 Ottobre 2015 - 3:47

Anonimo bugiardo!!

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