Roma, 26 mar – La Grand Ethiopia Renaissance Dam, altrimenti nota come Grande Diga del Millennio, è un colossale progetto iniziato nel 2011 e pressochĂ© ultimato pochi mesi fa. Si tratta della piĂą grande diga di tutta l’Africa e una delle piĂą grandi al mondo. Costruita sul Nilo Azzurro, è stata fortemente voluta dal governo dell’Etiopia per fornire elettricitĂ  al 60% della popolazione etiope che ne è priva, ma ha scatenato polemiche da parte di Sudan ed Egitto perchĂ© temono che questo progetto possa limitare la portata del Nilo, un fiume che per questi due Paesi africani è di vitale importanza.

La Grande Diga del Millennio: il colossale progetto etiope

Nonostante le polemiche il governo etiope è andato avanti nell’esecuzione del progetto, anche perchĂ© non disponendo di grossi depositi di petrolio o gas, la costruzione di questa diga è un’opportunitĂ  per l’Etiopia di poter produrre tutta l’elettricitĂ  che le serve. Non solo per i bisogni della popolazione, ma anche per avviare un ambizioso piano di industrializzazione che punta a fare di questa nazione del corno d’Africa una potenza manifatturiera. Lo scorso anno il governo di Addis Abeba ha inoltre varato un piano di investimenti decennale per un valore di 40 miliardi di dollari per costruire in 71 centrali rinnovabili: 16 idroelettriche, 24 eoliche, 17 geotermiche e altre 14 solari.

Un progetto ambizioso (e costoso)

Il costo di questa grossa diga è stato di 3,7 miliardi di euro e una volta a regime produrrĂ  5mila megawatt di elettricitĂ , permettendo all’Etiopia di raddoppiare l’elettricitĂ  prodotta. Al momento le turbine stanno producendo solo 375 megawatt, ma nei prossimi mesi altre turbine entreranno in funzione permettendo un aumento della produzione. Questa diga si trova nella parte occidentale dell’Etiopia non lontano dal confine col Sudan e la sua costruzione è stata iniziata da Meles Zenawi, il leader etiope che ha guidato l’Etiopia per 20 anni e che è deceduto nel 2012. Per finanziare il progetto l’Etiopia ha emesso obbligazioni che sono state vendute a cittadini etiopi residenti sia in patria che all’estero.

Giuseppe De Santis

La tua mail per essere sempre aggiornato

2 Commenti

Commenta