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La rivolta dei "gilet gialli". Quella Francia periferica non ascoltata da Macron

by Adolfo Spezzaferro
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Parigi, 20 nov – La rivolta dei “gilet gialli” sta mettendo seriamente in crisi il governo francese, con il presidente Macron deciso a non mollare sull’aumento dei prezzi dei carburanti, ignorando (e sottovalutando) il malcontento della Francia periferica, quella che non vive nelle città – troppo costose – e che dice no al caro-diesel.
I “gilet gialli” – così chiamati perché, durante le proteste, indossano i giubbetti retroriflettenti obbligatori per gli automobilisti quando si scende dall’auto lungo strade e autostrade – sono cittadini comuni, lavoratori, del ceto basso e medio, che si sono riuniti spontaneamente in un movimento apartitico che sta paralizzando la Francia.
Tra sabato e domenica scorsi, infatti, quasi 300.000 persone si sono mobilitate in vari punti della Francia organizzando più di duemila blocchi stradali in tutto il Paese, per lo più su strade e autostrade. A Parigi, i manifestanti sono arrivati fino alle porte dell’Eliseo e sono stati fermati da lanci di lacrimogeni e dalla gendarmerie nationale in assetto anti-sommossa.
Tutto nasce dall’annuncio dell’aumento dei carburanti – dall’inizio della presidenza Macron il prezzo della benzina è aumentato già del 23% – che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio prossimo per finanziare le politiche ecologiste e stimolare l’utilizzo di auto ibride o elettriche.
Peccato che i francesi delle periferie non hanno i soldi per comprarsi un’auto nuova e non inquinante, così come non possono permettersi un ulteriore aumento del diesel.
Secondo la riforma approvata da Macron, dal 1 gennaio il diesel aumenterà di 6.5 centesimi e la benzina di 2.9 centesimi.
Aumentare il diesel – il carburante meno caro e quindi usato dai meno abbienti – è una misura che scontenta la maggioranza della popolazione francese. E dimostra ancora una volta lo scollamento del governo Macron dalla realtà sociale del Paese.
Inevitabile quindi la rivolta, anche violenta. Nella giornata di sabato, infatti, il bilancio della manifestazione dei “gilet gialli” è stato pesantissimo: un morto, 409 feriti, di cui 14 gravi e 282 arresti.
A perdere la vita in Savoia è stata una manifestante di 63 anni, Chantal Mazet, investita da un’altra donna che stava portando la figlia in ospedale e che è stata bloccata da un gruppetto di “gilets jaunes”. Le persone ferite, per l’appunto, sono soprattutto i manifestanti che vengono messi sotto dagli automobilisti bloccati per strada dalla protesta.
Situazione tesa al Traforo del Monte Bianco dove i gilet gialli hanno a lungo impedito l’accesso alle auto e anche a Disneyland Parigi è stato ostacolato l’accesso ai visitatori ostruendo gli ingressi con picchetti e sit-in.
La protesta, poi, è proseguita nella notte e nella giornata di domenica con “operazioni lumaca”, ossia cordate di mezzi pesanti per rallentare il traffico e centinaia di uomini e donne a piedi che impedivano il passaggio delle auto, sdraiandosi sulla carreggiata.
Ieri, invece, l’attenzione si è spostata sui depositi di carburante con una decina di stazioni presidiate dai “gilet gialli” che, di giorno in giorno, acquistano consensi. Infatti, secondo un sondaggio della tv nazionale francese, oltre il 74% della popolazione sostiene la protesta.
Nella Loira, a Roanne, uno dei portavoce del movimento, Benjamin Cauchy, che presiede il blocco locale, ha detto: “Serve un gesto del governo, un incontro con noi. Lo chiediamo ufficialmente. Chiediamo al presidente Macron di considerarci, perché siamo tanti, di tutti gli strati della popolazione. Vogliamo essere ricevuti all’Eliseo, bisogna discutere, non blocchiamo stupidamente tutto il paese senza motivo. Il dialogo deve cominciare”. E ha poi aggiunto: “Ora vogliamo bloccare raffinerie e depositi industriali per avere un impatto sull’economia”.
Dal canto suo, Macron non vuole cedere, come dichiarato dal ministro della Transizione ecologica, François de Rugy: “Siamo stati eletti per risolvere i problemi che ci eravamo lasciati alle spalle. Bisogna uscire dalla trappola delle auto, del petrolio e del diesel. Non è capitolando che otterremo risultati”.
Peccato, però, che la stragrande maggioranza dei francesi non ha i soldi per rinunciare alla “trappola delle auto”.
Ora la mobilitazione punta a “prendere” Parigi. Appuntamento quindi a sabato 24 in Place de la Concorde.
Intanto i partiti di opposizione del governo Macron cercano di mettere il cappello sulla rivolta.
Tra i posti di blocco dei “gilet gialli” si è visto già sabato Laurent Wauquiez, presidente del partito conservatore Les Répubblicains, che ha invitato il presidente Macron a “correggere i suoi errori”.
A Parigi, invece, era presente il leader del partito di sinistra La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che ha parlato di “un grande momento di autorganizzazione popolare”.
Anche la leader di Rassemblement National (l’ex Front National) Marine Le Pen è dalla parte dei “gilets jaunes” e ha dichiarato: “La mobilitazione è stata un grande successo”.
Ma la rivolta è apolitica e difficilmente sarà politicizzata. Tuttavia, sovranisti e populisti francesi faranno di tutto per intercettare questo malcontento diffuso, cercando di parlare loro con il loro stesso linguaggio. Un popolo di lavoratori e contribuenti che si sente abbandonato, se non sfruttato, dal governo, e non si riconosce nei partiti né men che mai nei sindacati. Famiglie che hanno dovuto lasciare le città, troppo costose, e che ora, nelle periferie, devono pagare di tasca propria misure di facciata come la guerra alla benzina, per una Francia più “verde”.
Settimana decisiva quindi. Macron ha tempo fino a sabato per incontrare i “gilet gialli”. Altrimenti, con la manifestazione organizzata su internet “Atto secondo: tutta la Francia a Parigi“, sarà battaglia per le strade.
Adolfo Spezzaferro

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LA RIVOLTA DEI “GILET GIALLI”. QUELLA FRANCIA PERIFERICA NON ASCOLTATA DA MACRON 20 Novembre 2018 - 2:55

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Francia, continua la protesta dei gilet gialli contro il caro benzina - WordWeb 20 Novembre 2018 - 4:41

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LA RIVOLTA DEI “GILET GIALLI”. QUELLA FRANCIA PERIFERICA NON ASCOLTATA DA MACRON - News24H 20 Novembre 2018 - 5:30

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