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La Russia vuole definire “estremista” il movimento Lgbt

by Michele Iozzino
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Russia Lgbt

Roma, 18 nov – Il ministero della Giustizia russo ha fatto richiesta alla Corte Suprema affinché quello che chiama “movimento pubblico internazionale Lgbt” venga definito “estremista”.

La proposta del ministero della Giustizia

La Corte Suprema si deciderà sulla questione il prossimo 30 novembre, giorno in cui è prevista una prima udienza per esaminare il caso. Nel frattempo, dal ministero della Giustizia fanno sapere che la causa è stata intentata dopo che le autorità hanno riscontrato “segni e manifestazioni di natura estremista” nelle attività del movimento arcobaleno in Russia, tra cui “l’incitamento alla discordia sociale e religiosa”. Non è chiaro cosa comporterà nel pratico e da un punto di vista legale la definizione degli attivisti Lgbt come estremisti. Diversi giornali parlano già di messa al bando e citano a titolo di esempio i casi di organizzazioni che si occupano di diritti umani, media indipendenti e oppositori politici, tra cui alcuni sostenitori di Alexei Navalny, i quali sarebbero stati perseguitati dal Cremlino proprio attraverso l’etichetta di estremisti.

La Russia e il mondo Lgbt

Non è la prima stretta ai danni del mondo arcobaleno. Infatti, una legge contro la propaganda Lgbt esiste in Russia già a partire dal 2013. Legge che è stata ulteriormente estesa lo scorso anno, includendo oltre alle sanzioni contro quella che viene definita “propaganda in favore delle relazioni sessuali non tradizionali” anche la pedofilia e le informazioni che possano in qualsiasi modo incoraggiare un cambiamento di sesso, con multe che possono arrivare fino a 10 milioni di rubli. Com’era facilmente prevedibile, non si sono fatte attendere le proteste dei diretti interessati contro la richiesta del ministero della Giustizia. L’attivista arcobaleno Igor Kochetkov, leader del Russian Lgbt Network, ha affermato che l’iniziativa è parte dello sforzo di Mosca per “creare nemici immaginari all’interno del quadro della sua ideologia che promuove i ‘valori tradizionali’”. “Questa ideologia – ha aggiunto – sta diventando totalitaria”.

Michele Iozzino

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