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La storia (ri)scritta per decreto: a Barcellona vogliono abbattere Cristoforo Colombo

by Nicola Mattei
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cristoforo-colombo-barcellonaBarcellona, 28 set – Uno dei più grandi – se non, forse insieme a Magellano, il più grande – esploratori di tutti i tempi? No, un genocida. Con tanto di statua in suo onore da abbattere. Va così a Barcellona, dove il partito di estrema sinistra Cup – Candidatura d’Unitat Popolar vuole fare i conti con il passato della Spagna, eliminando dalla storia nazionale la figura di Cristoforo Colombo.

“Colombo fu strumento del nazionalismo spagnolo aggressivo contro tutti i popoli che ha oppresso e che opprime”, spiegano dal partito, formazione indipendentista di estrema sinistra che alle ultime elezioni ha quasi triplicato voti e deputati al parlamento regionale, entrando nella maggioranza di governo. Non solo: sempre secondo la Cup grazie alla sua impresa Colombo fu uno dei primi responsabili del “genocidio contro le popolazioni indigene da parte dei colonizzatori”. Spiegazioni storicamente molto traballanti se non proprio fallaci e utilizzate parzialmente ai propri fini, ma tanto basterebbe, a giudizio del partito, per eliminare l’ingombrante figura del genovese dal panorama storico e di memoria condivisa della Spagna.

Le prime misure in concreto? L’abbattimento della statua del navigatore dal porto di Barcellona, la sua sostituzione con un’opera che celebri la resistenza indigena e, in ultimo, la soppressione del 12 ottobre – data della scoperta dell’America – come festa nazionale. Il totale rovesciamento della realtà, in estrema sintesi, con l’attribuzione a Colombo di colpe non sue per il solo fatto di rappresentare un personaggio pieno di carico simbolico. Le richieste della Cup si inseriscono d’altronde all’interno di un processo che, non essendo riuscito alle elezioni dello scorso settembre a sancire il plebiscito per l’indipendenza (con i partiti che chiedono il referendum sul distacco dalla madrepatria fermi al di sotto del 50%), tenta la strada antinazionale con altri mezzi. Uno di questi è evidentemente la riscrittura della storia per decreto legge.

Nicola Mattei

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