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La Ue rinnova le sanzioni nei confronti della Russia

by Lorenzo Zuppini
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Bruxelles, 13 set – Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso di prolungare le sanzioni individuali contro la Russia, che resteranno così in vigore fino al 15 marzo 2019. La proroga decisa questa mattina è solo l’ennesima, in linea con quanto l’Europa ha deciso di fare dal marzo 2014, quando vennero introdotte per la prima volta restrizioni individuali nei confronti di russi e ucraini, accusati di “minare l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”.
Due sono i tipi di sanzioni: uno economico settoriale, relativo all’importazione di beni dell’agroalimentare, che ha generato un pesante contraccolpo sulle economie dei Paesi che hanno sanzionato la Russia. L’altro di natura diplomatica individuale, che impone restrizioni alla libertà di movimento dei soggetti sanzionati.
Il prolungamento deciso oggi è relativo alla questione della Crimea, e interessa in tutto 155 persone e 44 società vicine al governo russo, che non possono entrare nel territorio della UE e i cui beni europei sono stati sequestrati.
Come avviene generalmente quando si muove il Consiglio dell’Ue, anche in questo caso la decisione è stata presa all’unanimità. Pertanto, anche l’Italia il cui governo vede di buon occhio la Russia e la politica di Vladimir Putin, ha aderito alla proposta di prolungamento delle sanzioni.
Fonti diplomatiche italiane a Bruxelles hanno spiegato che con tutti gli altri Stati, l’Italia ha ribadito il suo sostegno ai principi della convivenza internazionale e il suo contributo al sistema di sicurezza europeo, che per decenni ha garantito la pace sul nostro continente e rispetto al quale la crisi ucraina rappresenta ‘un grave pregiudizio’, manifestando la solidarietà del nostro Paese con le vittime di un conflitto ancora aperto nel cuore dell’Europa. Di qui, le sanzioni non vogliono essere un fine, ma uno strumento per ristabilire la legalità internazionale.
Nel commentare la notizia del prolungamento delle sanzioni Mosca si è detta poco preoccupata, e ha dichiarato che andrà avanti per la sua strada, nonostante abbia più volte respinto le accuse di ingerenza nella questione Ucraina e abbia altresì dichiarato che parlare con lei nel linguaggio delle sanzioni è controproducente.
Anna Pedri

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