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Ilva: "madre velenosa" e fake news

by Luigi Di Stefano
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Taranto, 13 set – Dopo la mesta conclusione della vicenda dell’ILVA almeno rassicuriamo le puerpere tarantine: per dare al neonato 1 grammo di Benzo(a)Pirene dovrebbero allattarlo per 174 mia anni. Come le puerpere tedesche o giapponesi che l’impianto siderurgico neanche ce l’hanno. Questo per cercare di uscire dallo “effetto Chernobyl” che con la “Madre Velenosa” ha avuto uno dei più efficaci sostegni. Ansia per il futuro, consapevolezza di far parte di una popolazione segnata, addirittura “avvelenare” i figli attraverso l’allattamento al seno trasmettendogli sostanze tossiche dai nomi sinistri e sconosciuti quali le Diossine e il Benzo(a)Pirene meglio conosciuto in chimica come “BaP”.

E’ potuto succedere perchè nel 2012 mentre si facevano i processi in piazza contro l’ILVA sul palco dei talk show c’erano in ordine i Sindacalisti, il Magistrato, l’Ecologista, la Vedova, la Mamma, il Giornalista, il Conduttore, il Sacerdote… ma nessuno che sapesse quantificare il “nanogrammo” (o ng), e chi lo sapeva se ne è stato ben zitto di fronte alla “bufera mediatica” incontenibile: c’era da farsi emarginare vita natural durante.

– ma l’ILVA sforava il limite di Legge del 30% , dirà l’Ecologista. In realtà sforava una “raccomandazione” della U.E., non una legge. Da 1 ng di BaP a metro cubo di emissione a 1,3. Sarebbe che respirando per un miliardo di anni invece che 1 grammo di BaP ne prendevi, 1,3 grammi. Manco Matusalemme.

ma io non voglio nemmeno 1 nanogrammo di queste BaP! – dirà la Mamma, la salute del mio bambino viene prima di tutto! Ma il fatto è che attraverso gli alimenti ognuno (non solo a Taranto, in tutto il mondo) assume ogni giorno 200 ng di BaP, circa altri 20 con l’acqua e se fuma altri 200 ng di BaP. Fanno 420, anzi 421 per via dell’ILVA. (e se fuma c’è pure il Polonio, il terribile veleno radioattivo che si usa per uccidere gli agenti segreti traditori!)

Insomma, tranquilliziamoci: gli “ng” sono i “nanogrammi”, un miliardesimo di grammo.  Prendete una briciola di 1 grammo, tagliatela in 1 miliardo di parti e avrete il “nanogrammo” o ng;

ma non è forse vero, dirà il Conduttore, che alla scuola Deledda il grafico mostra le sostanze inquinanti con il valore massimo di 12 fg?! Non avete rispetto neanche per i poveri bambini: Fascisti! Razzisti! (questo dovrebbe essere l’asso nella manica del Conduttore…). Certo che ce lo abbiamo, ma lo “fg” o “fentogrammo” è un milionesimo di miliardesimo di grammo. Per essere esposti a 12 grammi di inquinante i bambini dovrebbero stare nella scuola 1 milione di miliardi di anni. La licenza elementare si prende molto prima, e la stessa Terra si è formata appena quattro miliardi di anni fa.

Questa tecnica da furbacchioni per atterrire la gente e raggiungere gli scopi prefissati (espropriare i proprietari italiani e vendersi l’Ilva agli indiani: la “internazionalizzazione dell’economia”, c’era il governo Monti) non è affatto nuova e si basa sull’ignoranza del cittadino comune in termini di misure che si usano comunemente solo in ambienti scientifici: se scrivo “1 ng” o “grammi 0,000.000.001” ho scritto esattamente la stessa cosa, ma l’effetto per chi legge è completamente diverso.

Per chiarire meglio la faccenda in Italia abbiamo migliaia di aziende con circa 178.000 persone esposte al BaP per lavoro, e il limite massimo ammesso per un turno di 8 ore è di 0,2 mg (mg, milligrammi); Sarebbe “grammi 0,002”, non “grammi 0,000.000.001”, a dire che è 200.000 volte maggiore. Queste persone sono monitorate dall’INAIL attraverso le visite mediche periodiche di medicina del lavoro senza che si rilevino particolari patologie.

Un altro eclatante esempio di come l’informazione abbia gestito il catastrofismo (oggi si chiamerebbero “Fake News”) è nel disastro nucleare di Chernobyl avvenuto nel 1987. Per anni e anni siamo stati bombardati dalla catastrofe millenaristica con la famosa “Foresta Rossa” dove nascevano pesci con le ruote e maiali a tre teste come Cerbero, il cane a guardia dell’Inferno. Disastro vero quello di Chernobyl oltretutto dovuto all’imbecillità umana (va sempre messa in conto, Dio ci salvi dagli imbecilli se almeno a Lui gli riesce). Per fare un cervellotico esperimento il reattore nucleare gli andò in blocco automatico, allora ordinarono di sbullonare fisicamente i cavi elettrici dei servomotori che comandavano le barre di controllo, che scendendo avrebbero automaticamente impedito il disastro come era appena successo. Non c’è difesa dai boriosi imbecilli.

E anche qui, come per l’Ilva, si è giocato sui “miliardesimi” per ottenere l’effetto catastrofe e portare acqua al proprio mulino ideologico, politico ed economico: in fretta e furia a seguito di un referendum svolto sotto l’incubo della catastrofe millenaristica chiudemmo, unici al mondo, le due centrali nucleari di Caorso e Trino Vercellese.

II. 3 MISURE DI RADIOATTIVITÀ IN ALCUNE PROVINCE DELLA BIELORUSSIA CONTAMINATE DALL’INCIDENTE DI CHERNOBYL – ANNO 2004

Nell’aprile 2004, la Sezione Provinciale di Piacenza di ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), ha proseguito l’attività di monitoraggio della contaminazione radioattiva ancora presente in alcune zone della Bielorussia, a supporto del “Progetto Rugiada” di Legambiente, Sezione di Carpi-Novi-Soliera.

II.3.2 MISURE RADIOMETRICHE DI LABORATORIO

A completamento dell’indagine, si riportano i risultati delle misure di spettrometria gamma eseguite in laboratorio sui campioni ambientali e alimentari prelevati in alcune località indagate.

Le analisi eseguite sui campioni prelevati presso il Centro ed il Kolchoz indicano valori di concentrazione di 137Cs, laddove rilevabili, confrontabili con i risultati su matrici analoghe presenti nella Rete di monitoraggio della radioattività ambientale nella regione Emilia-Romagna: solo il latte vaccino presenta tracce di 137Cs a livelli di poco superiori a quanto attualmente riscontrato nella nostra regione (costantemente sotto il limite di rilevabilità (circa 0,05 Bq/L). Anche il campione di acqua di pozzo, pur prelevato nel villaggio di Volocoscina nella zona contaminata, presenta tracce di 137Cs a livelli appena superiori al limite di rilevabilità strumentale (circa 0.05 Bq/L).

Quindi tutto sembra tranquillo: dopo 17 anni dal disastro la contaminazione dal 137Cs (Cesio, il principale radionuclide uscito dal reattore nucleare, il K40 Potassio, anch’esso radioattivo, è presente ovunque nel terreno ed è fondamentale nell’alimentazione umana) è “ai limiti della rilevabilità” su valori analoghi a quelli dell’Emilia-Romagna. Ma poi nella tabella ritroviamo i “nani”, i “miliardesimi” stavolta riferiti ai “nano-Sv” (miliardesimi di Sievert (il Sievert è la misura internazionale della radioattività in termini di “dose efficace assorbita”) e non ai “nano-grammi” come a Taranto.

Se per Chernobyl si fosse usata l’unità di misura standard, i mSv o “milli-Sievert”, si sarebbe dovuto scrivere che nella “Foresta Rossa” la radioattività era analoga a quella di Piacenza (quasi zero, pallino celeste), inferiore a quella di Roma o di Orvieto (pallino rosa), e in un solo caso superiore a Roma (pallino rosso). Ma poi i freddi numeri avrebbero smontato il “catastrofismo millenaristico” che all’epoca serviva alla guerra ideologica contro il nucleare funzionale alla carriera politica dei “Verdi” che sulla “catastrofe millenaristica” costruirono le loro fortune. Per cui anche sulle misure nella Foresta Rossa è meglio usare i “nano-Sievert”, tanto chi se ne accorge.

Ma non si salvano nemmeno gli innocenti depuratori delle acque reflue: intere cittadine sono fuorilegge dal 1973 (Legge Merli, che obbliga ogni Comune a depurare le acque di fogna) e scaricano i liquami direttamente a mare, nei fiumi o nei fossi del circondario. E ne vengono fuori i “Comitati” coi capetti che sognano improbabili carriere politiche e organizzano la guerra al depuratore, e gruppi di cittadini che dietro a questi si “mobilitano contro lo scempio”. Poi arriva Goletta Verde che fa le analisi al “mare più bello del mondo” e lo scopre inquinato dagli streptococchi fecali: si fanno il bagno nella cacca che hanno evacuato la mattina, e ci mettono pure il pupo!

Nel 2012 mentre si svolgeva la fake news “Madre Velenosa” fui incaricato da CasaPound di vederci chiaro (ero il loro responsabile per le politiche energetiche), quindi avuti i documenti giudiziari ho potuto verificare quanto finora molto sommariamente descritto. Ma fin dal 2012www.seeninside.net/ilva E una sintesi in slides.

Nel 2012 il problema ambientale dell’Ilva era lo stesso di adesso: la copertura dei Parchi Minerali dove si depositano i minerali arrivati via nave e che nelle giornate di vento spargono polveri sui quartieri adiacenti. Non si tratta di polveri pericolose (dal 1964 a oggi sarebbe stata un’ecatombe) ma sono pur sempre “polveri” che vanno eliminate. Era già in programma di fare le coperture nel 2012, ma poi l’inchiesta bloccò tutto. Le coperture si fanno normalmente nei depositi di carbone che alimentano le centrali termoelettriche, c’è solo da fare il progetto e realizzarle, questione di “Soldi” e dal 2012 i vari attori si sono rimpallati la responsabilità, mentre ora nel nuovo accordo raggiunto qualche giorno fa fra il vice-Premier Di Maio e il nuovo proprietario indiano Mittal queste coperture “saranno” fatte entro due anni, staremo a vedere.

Invece dal punto di vista aziendale e occupazionale l’Ilva finisce in mano straniera, in competizione con altre aziende dello stesso gruppo Arcelor-Mittal che producono in India, con paghe di molto inferiori a quelle italiane per fare lo stesso lavoro, e dove “sicurezza” e “ambiente” sono molto meno incisivi che in Italia.

Non è difficile capire che il nuovo proprietario abbia interesse a fare la produzione in India  usando l’Ilva per commercializzare in Italia ed Europa l’acciaio prodotto altrove. La fine di Piombino, dove la storica acciaieria specializzata nella produzione di rotaie ferroviarie fu venduta ad una azienda algerina con gran pompa (l’Internazionalizzazione) ed ora è ferma e abbandonata portando tutta la città al collasso economico. La sostanza della “Internalizzazione” (o della “Economia Liberale”, è lo stesso) è che noi viviamo “al di sopra delle nostre possibilità” e per mantenere i privilegi di casta ai nostri buffoni dobbiamo progressivamente accettare le paghe indiane o cinesi. E per raggiungere questo “sogno Europeo” anche i fentogrammi vanno benissimo, tanto il popolo è bue e non cercherà di capire cosa sono gli “ng” o gli “fg” e si ammalia facilmente con le sceneggiate in piazza dove ci trova quello che vede in televisione, e infine accetta di essere venduto all’estero come un capo di bestiame.

Intanto alla Scuola Deledda (la notizia è di oggi) hanno scoperto che c’è il Radon. Quello si pericoloso: esce dalle rocce di origine lavica con cui si fanno muri e pavimentazione degli edifici, è responsabile della metà del fondo mondiale di radioattività naturale, e secondo uno studio dello Istituto Superiore di Sanità è responsabile della metà dei tumori al polmone in Italia. E sono decenni che se ne conosce la pericolosità. Ma il problema del Radon una volta che sai che c’è (con semplici strumenti di monitoraggio, pochi euro) si risolve con i ventilatori, non muove i miliardi e non ci si costruiscono carriere mediatiche e politiche o si incassano miliardi dall’India. Per cui mentre ad esempio in USA i rivelatori di Radon e gli impianti automatici di areazione sono obbligatori (è pericolosa la concentrazione) qui le raccomandazioni dello ISS vengono allegramente da sempre ignorate. Ma poiché in questo caso il Mezzobusto televisivo se ne resta a Capalbio il Popolo non si mobilita. Invece sui “nano-grammi” e i “fento-grammi” si è scatenata la Madre Velenosa, che i miliardi li muove.

Luigi Di Stefano

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