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L’Africa che cresce: così la Nigeria inizia a raffinare i minerali estratti

by Giuseppe De Santis
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nigeria, minerali

Roma, 7 gen – Come tante nazioni africane, anche la Nigeria esporta minerali in forma grezza e questo ha dei costi enormi non solo perché ottiene pochissimi benefici economici, ma anche perché importa minerali lavorati altrove a prezzi eccessivi. Il governo nigeriano è ben consapevole che questa situazione è insostenibile e per tale motivo ha deciso di costruire sei impianti di raffinazione in diverse regioni del Paese, al fine di aggiungere valore ai minerali estratti e ottenere maggiori benefici economici.

Nigeria, i nuovi impianti per la raffinazione dei minerali

Nello Stato di Kano, situato nella Nigeria nord-occidentale, sarà costruito un impianto per la lavorazione dell’oro estratto. Parte di questo oro verrà poi trasformato in gioielli e a tale proposito è già iniziata la formazione della manodopera necessaria. Un altro impianto per la lavorazione dell’oro sarà poi costruito nello Stato di Kogi, situato nella parte centrale del Nord della Nigeria, mentre nello stato di Bauchi, nella Nigeria nord-orientale, sarà costruito un impianto per la lavorazione del caolino.

E ancora: nello Stato di Ibadan, nel sud-ovest del Paese, verrà costruito un impianto per la lavorazione di pietre preziose e a Ebonyi, nel sud-est, un impianto per la lavorazione del piombo. Infine nel sud della Nigeria verrà costruito un impianto per la produzione di barite, un minerale particolarmente usato dall’industria petrolifera nigeriana e che potrà finalmente essere prodotto in loco, consentendo al Paese africano di risparmiare 300 milioni di dollari all’anno.

Giuseppe De Santis

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