Home » L’attentatore di Manchester è Salman Abedi, britannico ma figlio di rifugiati libici

L’attentatore di Manchester è Salman Abedi, britannico ma figlio di rifugiati libici

by La Redazione
2 comments

Manchester, 23 mag. – Era un personaggio già noto alle autorità, il 23enne Salman Abedi. Sarebbe lui l’attentatore di Manchester. Un altro 23enne, invece, è stato arrestato questa mattina nel corso di un raid della polizia. Secondo la polizia l’uomo sarebbe collegato alla strage di ieri che ha ucciso 22 persone, per lo più ragazzini, al concreto di Ariana Grande.

Le autorità che stanno indagando sull’attentato mantengono il massimo riserbo e attendono i risultati del dna prima di parlare in via ufficiale. Tuttavia i media britannici cominciano a fornire alcune indiscrezioni. Salman Abedi, stando a quanto scrive Politico che cita fonti tra i funzionari sei servizi segreti europei sotto garanzia di anonimato, è un britannico di origini libiche. Il blitz che la polizia ha messo a segno a Chorlton ha portato all’arresto di alcune persone. tra queste uno degli arrestati sarebbe un fratello del kamikaze.

Salman Abedi sarebbe figlio di rifugiati libici che sono scappati da Gheddafi. Salman è il più piccolo di quattro fratelli. Suo padre era un ufficiale della sicurezza libica. Le sorelle hanno lavorato in una moschea nel 2013. La famiglia è scappata dalla Libia molti anni fa e ha vissuto prima a Londra e poi per una decina di anni a sud di Manchester, a Fallowfield, dove oggi c’è stato il blitz della polizia. Salman sarebbe cresciuto nella zona di Whalley Range, da dove nel 2015 due studenti di medicina erano partiti per unirsi ai combattenti dello Stato Islamico.

È interessante notare che nei giorni scorsi, precisamente il 13 maggio, il figlio di Osama Bin Laden, il 28enne Hamza, aveva diffuso un audio messaggio in cui incitava a nuovi martiri in Occidente. In pratica il figlio del fondatore di alQaeda invitava i jihadisti a non partire per i teatri di guerra ma a colpire in patria. In particolare mediante azioni mirate di tipo non militare ma suicide. E Manchester per alQaeda è casa, dato che è una delle città più radicalizzate dell’Occidente. Nell’ultimo numero della rivista dell’Isis, Rumiyah, uscito a maggio sono contenute altre indicazioni importanti per mettere a segno un atto terroristico: bisogna colpire nei teatri e i bersagli preferiti sono gli indifesi, in modo da suscitare sempre maggior clamore nella pancia della gente e aumentare l’eco mediatico. Praticamente quello che è successo a Manchester ieri sera.

You may also like

2 comments

Dino Rossi 23 Maggio 2017 - 7:43

Sono dei bastardi. Fuori i musulmani sospettati di fiancheggiare gli estremisti. Poi sputare ancora sulla Fallaci. Aveva solo ragione.

Reply
nemesi 23 Maggio 2017 - 10:05

morirò tra le fiamme dell’inferno,ma in questa vita -almeno per me- britannico è stato Ian Curtis dei Joy Division (mitica band proprio di Manchester) e mai lo sarà un Salam Ramadam Samedi qualsiasi,per quanto possa indicare il suo passaporto;

a proposito,l’immigrazione non c’entra,l’attentato è stato commesso da un inglese..

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati