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Le Filippine nel “nuovo ordine mondiale” di Russia e Cina. Il sogno di Duterte

by Guido Bruno
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578180e5c3618805118b458cManila, 20 nov – L’istrionico presidente filippino, Rodrigo Duterte vorrebbe partecipare ad un ipotetico “nuovo ordine mondiale” guidato dalla Russia e dalla Cina. Questo giovedì prima di partire per il Perù dove ,oggi, si terrà il vertice Asia-Pacifico, Duterte ha dichiarato che “se la Cina e la Russia decidessero di creare un nuovo ordine, io sarei il primo a parteciparvi”. A margine del vertice di Lima, il presidente filippino incontrerà il suo omologo russo, Vladimir Putin. Secondo l’agenzia Reuters il tema che i due capi di stato affronteranno durante la riunione riguarderà soltanto lo sfruttamento delle risorse energetiche.

Oltre alla provocazione sul “nuovo ordine mondiale”, che rappresenta l’ennesima presa di distanze dagli Stati Uniti, alleato storico delle Filippine, Duterte ha polemizzato anche con il Tribunale Penale Internazionale. Il presidente filippino ha minacciato di seguire l’esempio russo “Loro sono inutili, quei criminali internazionali (riferendosi al TPI). Loro (la Russia) sono usciti. Io posso uscire subito dopo. Perché? Solo i piccoli come noi vengono puniti”. L’abbandono del trattato di Roma da parte delle Filippine avrebbe tutt’altro peso rispetto a quello della Russia, perché Mosca non l’ha mai ratificato e quindi è già fuori dalla giurisdizione del TPI.

La protesta del presidente Duterte è sorta dopo le dichiarazioni del mese scorso di un procuratore del Tribunale Penale Internazionale, che riteneva le esecuzioni extragiudiziali inerenti alla guerra al narcotraffico, lanciata dal presidente nelle Filippine e che gli è valso l’appellativo di “The Punisher”, di competenza del TPI e quindi passibili di giudizio. Più di 2400 criminali e narcotrafficanti sono stati giustiziati dall’inizio della guerra al narcotraffico, bisogna ricordare che le operazioni militari godono dell’appoggio della popolazione nonostante le critiche e le proteste avanzate dalle ONG e alcuni paesi stranieri.

Guido Bruno

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