Ad ospitare le sue considerazioni il britannico “Prospect”, che al tema ha dedicato infatti la copertina del numero di Ottobre e l’emblematico titolo: «Dobbiamo lasciarli entrare?» [«Let them come?»].
Ben il 77% degli abitanti del regno, infatti, non ne possono più dell’immigrazione e credono che l’economia trarrebbe giovamento da una serie di restrizioni sui flussi migratori.
«Per combattere xenofobi e razzisti – scrive Collier -, finora i sociologi hanno fatto ogni sforzo per dimostrare che l’immigrazione è una cosa buona per tutti. Ma la domanda giusta non è “l’immigrazione è un bene o no?” Dovremmo chiederci quanta immigrazione possiamo assorbire. E ammettere che ci sono buoni motivi per pensare che al di là di una certa soglia possono esserci problemi».
«Efficaci controlli sull’immigrazione – afferma Collier – non sono un residuo anacronistico di nazionalismo e razzismo, né la mera ossessione di xenofobi paranoici».
Schiaffi al politicamente corretto, dunque, e sdoganamento di un concetto ovvio ma finora ideologicamente dileggiato: è possibile, plausibile ed addirittura necessario opporsi all’immigrazione se motivi del tutto razionali sono lì a dimostrare che il fenomeno diventa un problema, senza per questo esser tacciati di razzismo. Atteggiamento, questo si, ingiustificato e irrazionale.
Emmanuel Raffaele
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