Roma, 15 set – In principio era Julia. Un pupazzo femmina, penseranno i più: una sorta di bambola di pezza, resa cartone tv. Invece no. Perché Julia è diventato Julien: non riconoscendosi in un corpo femminile, tra gonne e fiocchi rosa, ha deciso di “trasformarsi” nella sua versione al maschile. È questa, l’ultima triste e folle storia nella propaganda lgbt. Arriva dal Canada, il pupazzo transgender: col benestare del premier Justin Trudeau (da non stupirsene), Julien diventa il protagonista di lezioni rivolte ai più piccoli. L’iniziativa è della “Fondazione Jasmin Roy Sophie Desmarais” con sede a Montreal.
Il progetto ha un titolo altisonante e alquanto presuntuoso: «Apprendimento sociale ed emotivo per aiutare i bambini nel processo di affermazione dell’identità» («Social and emotional learning to help children with the process of identity affirmation»). L’intento è quello di diffondere l’idea che chiunque (persino un bambino) possa scegliere quale sia il proprio sesso.
“Il tuo genere non è dettato dalla biologia e il tuo corpo è irrilevante per quello che sei realmente, e può essere cambiato!”: è questo il messaggio. Maschio, femmina? Antichi, passati! Oggi “fluidità” è la parola imperante, il concetto da instillare ferocemente e somministrare, fin dalla tenera età: come uno sciroppo amaro, amarissimo. Uno sciroppo che fa male. I video sono persuasivi e vogliono aiutare quei “genitori confusi, disorientati” nell’aprire gli orizzonti sessuali dei propri figli. Penetrare nell’inconscio collettivo e manipolare: servendosi anche di “metodi forti”. Come la somministrazione di ormoni “ad hoc” per bloccare lo determinazione nello sviluppo sessuale dei bambini. Libertà? Tirannia, piuttosto. Autentica violenza: sia fisica, sia psicologica. Come quella esercitata dalla “Drag Queen Reading Hour”, cioè l’ora di lettura impartita da travestiti “impiumati e glitterati”. I libri, rigorosamente conformi alla lobby lgbt: favole (o meglio incubi) dove il principe non può amare la principessa (troppo tradizionale, troppa omofobia). Cambiamento antropologico, quindi. E pericolosissima sovversione. In tutta questa storia, i soli pupazzi sono i bambini: martiri dei folli e degli egoisti.
Chiara Soldani
Le lezioni del pupazzo transgender: l’ultima follia nella propaganda lgbt
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5 comments
L’aspetto inquietante di queste biomasse (lo so, uso ripetutamente questo termine, ma si addice), é che non si rendono conto di essere per l’appunto: biomasse. Prodotti di scarto dell’umanità…
Aspetta,tu stai dicendo che le persone trangender siano scartu dell’umanita? Ma che problemi hai esattamente?
Stai seriamente dicendo che le persone trans siano scarti dell’umanità? Ma che problemi hai?
io continuo a chiedermi come sia possibile,un bambino è un bambino,cosa ne può capire di queste cose? Quelli della mia generazione che guardavano lady Oscar mica avevano dubbi sulla loro sessualità ,guardavano un bel cartone animato e basta
…è la ”cultura” dei radical chic….
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1165047/Abusi-e-pedofilia–viaggio-a-Forteto–la-comunita-lager-dei-cattocomunisti.html