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L’India “sfratta” Visa e Mastercard. Il sovranismo finanziario di Modi

by La Redazione
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Nuova Delhi, 21 gen – Il 15 ottobre 2018 il governo del primo ministro dell’India, Narendra Modi, ha inferto un duro colpo alle multinazionali americane con una novità che dovrebbe avere risonanza mondiale: vietare qualsiasi transazione con Visa, Mastercard o American Express. Questa azione costituisce una azione decisa sia nei confronti delle potenze occidentali sia nei confronti della società civile indiana. Per attuare questa scelta, il governo indiano ha usato una legge risalente al 2000 per proteggere i dati personali del paese per bloccare le imprese multinazionali. Avendo avvisato in anticipo le tre società, il governo aveva dato loro sei mesi per conformarsi alla legge. Tempo tuttavia troppo breve per realtà i cui sistemi di elaborazione e archiviazione dati sono basati su decisioni ed infrastrutture estere. Questa scelta consentirà al governo indiano di porre in essere la realizzazione di compagnie indiane che consoliderà anche il potere del Bharatiya Janata Party (BJP) il partito di riferimento del Primo ministro.

Appena arrivato al potere, Modi dichiarò guerra all’evasione fiscale, al denaro contraffatto e ai pagamenti non dichiarati. I biglietti di 500 e 1000 rupie sono stati demonetizzati e sostituiti da nuove versioni. L’effetto principale di questa riforma è l’incredibile aumento del prelievo fiscale nel paese: aumento del 25% per le persone fisiche mentre il pagamento anticipato è aumentato del 42%. Ma i sistemi di pagamento sono quasi interamente gestiti da società straniere. Per conquistare il mercato, Modi giocherà su probabilmente due fronti e cioè su quello della sovranità finanziaria e su quello della protezione dei dati.

Per quanto riguardo questo ultimo aspetto l’India ha già messo in atto la legge sulla tecnologia dell’informazione, che mira a proteggere i dati degli indiani, vietando qualsiasi trasferimento di tali dati a terzi senza che le persone siano informate. Ed è proprio facendo riferimento a questa legge che il governo sta costringendo le compagnie straniere ad andare via dall’India. Se l’India introdurrà in modo capillare il sistema di pagamento RuPay i profitti rimarranno in patria con lo scopo di proteggere e promuovere gli interessi economici del paese. Inoltre, prendendo il controllo dei sistemi di pagamento, il governo può monitorare qualsiasi movimento sospetto, e in particolare le transazioni con gli stati confinanti (Pakistan, Cina, Bangladesh).

Anche nei confronti del potere economico del GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple) la postura indiana sarà offensiva e avrà le medesime finalità. In questa ottica si colloca il progetto Aadhaar di identificazione biometrica dematerializzata. Questo progetto include un numero di identificazione nazionale e informazioni specifiche per ogni individuo, così come implica la fotografia del diaframma, del viso e delle impronte digitali. Ebbene, tutto ciò consentirà anche di prevenire gli attacchi terroristici.

La reazione di Washington è stata di rammarico sia per la scelta relativa ai limiti imposti alle multinazionali sia per l’acquisto dei sistemi antiaerei russi S400 per $ 5 miliardi nell’ottobre 2018. Se questa ultima decisione del governo indiano non è stata oggetto di sanzioni da parte del governo americano ciò è dovuto al fatto che l’India è fondamentale per la politica americana nello spazio indopacifico e difficilmente il governo americano troverà un alleato altrettanto significativo. In ultima analisi, le scelte poste in essere dall’India dimostrano la sua volontà di affermare la propria sovranità economica e militare in modo analogo a quanto sta facendo la Cina.

Giuseppe Gagliano

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L’India “sfratta” Visa e Mastercard. Il sovranismo finanziario di Modi – News24H 21 Gennaio 2019 - 1:37

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