Per la verità il ministro Zarif a riguardo non ha rilasciato comunicati o dichiarazioni a mezzo stampa e dal suo profilo Twitter riporta soltanto un articolo, da lui firmato, in cui parla di “qualunque accordo possibile previo reciproco rispetto”. Restano quindi dubbi sull’autenticità della frase, ma sui social network impazza l’hastag #NeverThreatenAnIranian, “nessuno minacci un iraniano”. Al quale inoltre avrebbe fatto eco la presunta replica del ministro russo Lavrov: “e nemmeno un russo”.
Sta di fatto che gli accordi sul nucleare, che dovevano concludersi lo scorso 7 luglio e fortemente invisi al governo israeliano, sono ancora in corso. Lo stesso Zarif, pur rimanendo fiducioso sull’esito positivo delle trattative, scrive sul Financial Times di “successo tutt’altro che sicuro” specificando però che “l’Iran è pronto a trovare un accordo equo ed equilibrato e ad aprire nuovi orizzonti per affrontare le sfide comuni di gran lunga più importanti”. Secondo il ministro iraniano vi è “un crescente riconoscimento che il tentativo di costringere una civiltà orgogliosa alla sottomissione porta solo a ulteriori conflitti, risentimenti e ostilità”. Lapalissiano verrebbe da dire, eppure c’è ancora qualcuno che non la pensa così.
Eugenio Palazzini
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