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Lo stragista del Quebec: un nerd filo-israeliano con il mito del nonno “liberatore”

by Adriano Scianca
3 comments

QuebecRoma, 31 gen – È stato Alexandre Bissonnette, quindi, ad entrare domenica sera nella moschea Sainte-Foy di Quebec City e a sparare con un Ak-47 sui fedeli, uccidendo sei persone e ferendone diverse altre. Chi era, questo ennesimo killer della porta accanto? Il profilo non è nuovo: si tratta del solito nerd infelice che dà forma alle proprie frustrazioni aderendo a una peculiare forma di estremismo di destra di tipo neocon, con qualche accentuata colorazione antifascista (è il caso di Breivik, che ha dichiarato in tutti i modi la sua adesione al liberalismo e il suo odio per il fascismo, purtroppo poco ascoltato dai media di tutto il mondo).

Faccia da ragazzino, vive a Cap-Rouge, quartiere di Quebec-City in cui sorge anche la moschea colpita. È nato nel 1989 e ha un fratello gemello. I vicini lo descrivono come un ragazzo a posto, molto ben educato. La sua famiglia? “Esemplare”, dicono. Cresciuto con il mito del nonno, soldato nella Seconda Guerra Mondiale, da giovane si era arruolato con i cadetti. Alle scuole secondarie, il giovane Alexandre aveva cominciato a cambiare. “A parte suo fratello, non frequentava nessuno. Era il tipico nerd impopolare”, racconta una sua conoscenza dell’epoca. Lui e suo fratello non si integravano con gli altri. A volte Alexandre era preso in giro, ma non replicava mai con la violenza. In seguito, ha studiato antropologia e scienze politiche all’Università Laval. Unici passatempi, la caccia e gli scacchi.

Grazie ai social, tuttavia, anche Bissonnette può avere la sua tribuna da cui parlare al mondo. Il ragazzo ama polemizzare, critica gli immigrati, l’Islam, difende Trump, ammira Israele e le sue forze speciali. Sul suo profilo Facebook aveva postato una foto dei presidenti repubblicani Usa Theodore Roosevelt e William Howard Taft. In un altro post aveva mostrato con grande orgoglio le medaglie risalenti all’epoca in cui il nonno era venuto in Europa a combattere l’Asse. Quando, nell’autunno scorso, Marine Le Pen è andata in Quebec, Alexandre ha discusso in rete con i suoi oppositori. François Deschamps, gestore della pagina facebook “Bienvenue aux réfugiés Ville de Québec”, ha detto al Journal de Montréal: “Diceva che coloro che si opponevano alla sua venuta erano dei fascisti”.

Adriano Scianca

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3 comments

Jean 31 Gennaio 2017 - 8:20

Verrà immediatamente catalogato come estremista nazifascista.

Jean

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The Terminator 1 Febbraio 2017 - 12:18

Verissimo, tutti gli ultimi terroristi non mussulmani hanno una particolare predilezione per Israele… poi è ovvio che i cornutissimi giornalisti venduti al potere sionista debbano distrarre le masse chiamandoli nazisti o fasciti.

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telesio 2 Febbraio 2017 - 9:07

manciuriano……..

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