Amsterdam, 16 mar – Mark Rutte si conferma primo ministro olandese. Il partito di centrodestra del premier uscente (Vvd, liberal democratico), ha vinto le elezioni legislative olandesi ottenendo 33 seggi sui 150 a disposizione della Camera Bassa del Parlamento. Sventato dunque il “pericolo” dell’affermazione del populista Geert Wilders, visto che il suo Pvv ottiene “solo” 20 seggi. In realtà rispetto alle precedenti elezioni il partito del premier Rutte perde 10 seggi, mentre Wilders ne guadagna 6. Dunque si è registrata un’avanzata dei populisti, anche se minore rispetto a quanto preventivato da alcuni sondaggi, forse gonfiati proprio con l’obiettivo di spaventare gli elettori. In ogni caso bisogna anche registrare che Rutte ha vinto grazie ad una campagna elettorale spostata decisamente a destra, utilizzando parole più dure del solito sull’immigrazione, arrivando ai ferri corti con Erdogan e definendosi il “populismo buono”. In poche parole sottraendo parecchi temi allo stesso Wilders.
In ogni caso la vittoria dei liberal democratici, o meglio la non vittoria dei populisti, fa tirare un sospiro di sollievo a gran parte dell’establishment europeo. “E’ stato un voto per l’Europa contro gli estremisti. L’Olanda ha detto no al populismo”, ha dichiarato Juncker. Parole di giubilo sono arrivate anche dall’ex presidente del parlamento Ue Martin Schulz, mentre Guy Verhofstadt, capogruppo dell’Alleanza dei democratici e liberali per l’Europa (Alde), il gruppo europeista a cui volevano aderire i 5 Stelle, di cui fanno parte sia il VVD di Rutte che i liberali di sinistra di D66 ha spiegato come l’Olanda rimanga “liberale e pro-europea. Una roccaforte! I partiti pro-europei in crescita”. Tra gli europeisti si registra anche la soddisfazione espressa in un tweet dal nostro primo ministro Claudio Gentiloni: “No #Nexit La destra anti UE ha perso le elezioni in Olanda. Impegno comune per cambiare e rilanciare l’Unione”.
L’altra notizia delle elezioni nei Paesi Bassi è quella del crollo verticale dei laburisti di PvdA, passati dai 38 seggi del 2012 agli attuali 9. La coalizione che andrà a governare il paese sembra invece già abbastanza delineata, con Rutte che con buona probabilità si accorderà con Cda (centro) e D66 (centrosinistra), arrivando così a quota 71 seggi, a soli 5 seggi sotto la soglia della maggioranza, che sarà completata con i deputati di altri schieramenti pronti ad appoggiare il governo. Anche Wilders in realtà, con un approccio più morbido rispetto ad altri populisti europei, si è detto pronto ad entrare in coalizione: “Vorrei partecipare al governo ma se ciò non fosse possibile voteremo comunque a favore sui temi che a noi sono più cari”. Una conferma che questi populisti olandesi, come già anticipato da noi prima del voto, non sono poi così “cazzuti”, fermo restando che una loro affermazione sarebbe stata ben più auspicabile di quella della grande coalizione europeista che governerà l’Olanda nei prossimi anni.
Davide Di Stefano
2 comments
Che dire?
Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso!
Ai posteri la fin troppo facile sentenza!
A me facevano schifo entrambi, anche se a farmi ribrezzo è lo stesso popolo olandese(se lo si può definire tale), mercati, drogati, meticciati e sicuramente quasi pronti a legalizzare anche la pedofilia.