Dresda, 15 Feb – “Thanks Bomber Harris”, questa è la scritta che un’attivista delle Femen, il tristemente famoso gruppo fondato a Kiev ma attivo in tutto Europa, ha mostrato dipinta sul seno in un’ “azione” compiuta il 13 Febbraio a Dresda, per solidarizzare con la manifestazione antifascista convocata per protestare contro il ricordo del bombardamento alleato sulla città tedesca.
“Bomber Harris” (Harris il bombardiere) è il nome col quale cui è meglio conosciuto Arthur Travers Harri, il comandante in capo del Bomber Command della Royal Air Force (RAF) che diresse le operazioni di bombardamento della città di Dresda la notte del 13 Febbraio del 1945. A causa del bombardamento morirono 25o.000 persone, quasi tutti civili. La città, com’è noto, era priva di obiettivi militari e industriali e proprio per questa sua caratteristica che la faceva considerare un target improbabile di bombardamenti era uno dei luoghi di concentramento degli sfollati.
Ora, da parte delle Femen, arriva dunque anche l’apologia di un bombardamento insensato che colpì quasi esclusivamente civili inermi, e di chi lo capitanò. Che era non a caso conosciuto, oltre che come “Bomber Harris”, anche come “Butcher Harris” (Harris il macellaio).
Del resto, abbiamo ormai imparato che posizionandosi dalla parte opposta rispetto alle “battaglie” di queste attiviste di solito non si sbaglia mai.
Cristiano Coccanari
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