Roma, 5 apr – Chi ha compiuto il massacro di Bucha? Gli ucraini non hanno dubbi: sono stati i russi, per l’esattezza un battaglione siberiano comandato da Omurbekov Azatbek Asanbekovich. Al contrario, Mosca smentisce categoricamente e parla di messinscena. Classico copione della propaganda di guerra, a volte spietata e macabra, si dirà.

A proposito di propaganda

Sta di fatto che come giustamente fatto notare dal direttore di Limes Lucio Caracciolo, non è facile avere una “risposta su cosa sia vero e cosa sia falso in questa storia e temo che nessuno l’avrà fino alla fine dei nostri giorni”. Quel che è certo è che “siamo in una guerra particolarmente truce che si svolge ormai dentro le città, quindi se i russi avessero fatto qualcosa del genere non sarebbe una cosa che mi stupirebbe”.

La cautela in questi casi è dunque sempre necessaria, per evitare di incappare in fake news create ad arte dall’una o dall’altra parte in causa. Perché se è vero che la propaganda durante i conflitti (e pure dopo) c’è sempre stata, come Tacito e Giulio Cesare insegnano, oggi assistiamo a un “salto di qualità” dettato dalla schizofrenia social e dei sistemi di messaggistica su cui circola di tutto. Questo non significa che stragi e massacri non avvengano, è soltanto molto difficile accertarne gli autori.

Strage di Bucha: il presunto boia Asanbekovich e il battaglione siberiano

Ciò doverosamente premesso, da ieri impazza in rete il selfie di un battaglione russo accusato di aver compiuto la strage di Bucha. Una foto che ritrae soldati asiatici, giovani e sorridenti. Alcuni di loro mostrano la bandiera della Sacha, altrimenti nota come Jacuzia, repubblica della Federazione russa situata nella Siberia Orientale. A comandare questa unità militare, la 51460, della 64esima brigata di artiglieria motorizzata russa, sarebbe Omurbekov Azatbek Asanbekovic.

A fare il suo nome sono stati gli attivisti di InformNapalm, canale molto attivo su Telegram. Asanbekovic e i suoi uomini sono accusati dagli ucraini di essere i “macellai” di Bucha. Sempre secondo InformNapalm, questi soldati dagli inconfondibili tratti mongoli, sarebbero arrivati in Ucraina dalla remota Jacuzia. Su Telegram gli attivisti di InformNapalm hanno pubblicato pure il presunto numero di telefono, poi disattivato, di Asanbekovic. “Siamo riusciti a trovare anche il suo indirizzo di casa”, scrive InformNapalm “Ogni ucraino dovrebbe conoscere i loro nomi, saranno processati”, ha poi dichiarato il capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, che sostiene di aver pronte 87 pagine con generalità e grado di oltre 1.600 russi considerati coinvolti nel massacro.

Eugenio Palazzini

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