Roma, 1 nov – Chiamiamolo il “metodo Spacey”: ti rivolgono un’accusa grave? Tira fuori all’improvviso l’intero martirologio oggi à la page e ne uscirai alla grande. Accusato di aver molestato un quattordicenne negli anni ’80, Kevin Spacey ne è infatti uscito brillantemente facendo delle scuse molto vaghe e poi tirando fuori dal cilindro un coming out provvidenziale. L’attore si è infatti dichiarato gay, ponendosi quindi nella categoria delle vittime per eccellenza. Ed è difficile essere vittime e carnefici al tempo stesso, no? Intendiamoci, la mania di tirar fuori presunti casi di molestie a decenni di distanza, senza onere della prova, resta assai discutibile, etereo o omo che siano le avance incriminate. Ma balza certamente agli occhi una certa differenza di trattamento rispetto all’orco Weinstein, che peraltro aveva almeno il buon gusto di farsi “massaggiare” da donne maggiorenni (anche se una cosa in comune i due ce l’hanno: sono entrambi sostenitori dei Clinton e dei democratici).
Non che nel caso Spacey sia filato tutto liscio: l’International Academy of Television Arts & Sciences ha comunque deciso di revocare il premio previsto per l’attore in qualità di produttore e protagonista della serie House of Cards. Serie che Netflix ha peraltro deciso di sospendere anzitempo. Insomma, qualche grana è arrivata lo stesso. Come uscirne allora? Ma certo, se essere gay non basta, si può sempre cercare di essere vittime del nazismo. Per Spacey, nato nel ’59, è difficile presentarsi come vittima del Terzo Reich, ma un padre crociuncinato e pedofilo, alla bisogna, si trova sempre.
Ci ha pensato Randall Fowler, fratello maggiore di Spacey (il suo è infatti un nome d’arte): al quotidiano britannico Daily Mail, ha detto: “In casa nostra c’erano le tenebre, era un assoluto orrore, che Kevin cercava di rimuovere”. Il fratello dell’attore racconta di non avere avuto figli per non trasmettere a loro il “gene da predatore sessuale” del proprio genitore. Thomas Geoffrey Fowler, padre dei due, si sarebbe iscritto all’American Nazi Party quando i figli erano ragazzini, cominciando pure a tagliare i baffi come Hitler. “Mi frustava e mi violentava ripetutamente. Ho avuto tre matrimoni falliti come conseguenza di quello che ho subito”, ricorda il figlio maggiore, secondo il quale la madre sapeva delle violenze sessuali da lui subite ma non fece niente per intervenire. E ora avete ancora il coraggio di prendervela con il povero Kevin?
Giorgio Nigra
2 comments
Farsescamente …
Il rappresentante dei culattoni americani ha già detto che non vuole Spacey tra le palle (più corretto dire tra le chiappe).