Parigi, 1° apr – In realtà, lo abbiamo sempre saputo: sull’immigrazione Emmanuel Macron è morbido a parole ma durissimo coi fatti. È tutto un gioco di prospettiva: faccio il buonista al microfono, e il gendarme in camera caritatis. A proposito di gendarmi: durante l’ultimo fine settimana, al confine franco-italiano, una famigliola di rifugiati afghani se l’è vista molto brutta. All’altezza di Monginevro, in territorio provenzale, i migranti sono stati fermati dalla gendarmerie di Macron, che prima ha aperto il fuoco e poi li ha riscaricati in Italia. Sono fatti così i francesi: fanno i globalisti, sì, ma con i confini degli altri. Chapeau.
Francia odia: la polizia può sparare
Tra la famiglia di afghani era presente anche una bambina di 11 anni, che poi è stata ricoverata all’ospedale Regina Margherita di Torino in evidente stato di choc. Stando a quanto riportato dai soccorritori del 118, la ragazzina avrebbe associato lo sparo della gendarmeria transalpina alla deflagrazione di una bomba a cui aveva assistito in Afghanistan. «Eravamo sul sentiero e sono arrivati i poliziotti francesi», ha raccontato ai medici la madre della minore. «Ci hanno accerchiato e urlato di fermarci. Ho sentito gli spari».
Macron e i migranti
Com’era ovvio che fosse, la circostanza è stata seccamente smentita dalla gendarmeria, e pertanto non ha trovato eco sulla grande stampa d’oltralpe. Tuttavia, questi sono metodi abituali della polizia di frontiera francese: l’uso della forza – come sottolinea Libero – è benedetto dagli alti comandi, anche se non si può dire. Sul modo in cui Macron tratta i migranti, del resto, è ancora fresco nella memoria tutti il ricordo di quando, nell’ottobre del 2018, la gendarmeria scaricò in territorio italiano degli immigrati di origine nordafricana. Pizzicati dalla Digos, i francesi fornirono delle scuse ridicole. Vediamo se anche stavolta ci confezioneranno qualche frottola, oppure si rinchiuderanno in un eloquente e imbarazzante silenzio.
Vittoria Fiore