navi italiane marinaRoma, 1 nov – Navi della Marina militare italiana nelle acque libiche? E’ questa l’accusa lanciata dal governo di Tobruk, che condanna uno sforamento “dopo l’ingresso di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi”.

L’ingresso delle navi italiane nelle acque antistanti Bengasi sarebbe avvenuto, a detta delle autorità libiche, la scorsa notte. Per tutta risposta, da Tobruk si sono levati in volo caccia dell’aviazione al fine di “monitorare l’attività delle navi da guerra italiane”, spiegano fonti governative della Libia.

Il governo di Tobruk è uno dei due attualmente presenti nella fu repubblica di Gheddafi, l’unico riconosciuto internazionalmente. L’esecutivo spiega che “non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale”, invitando l’Italia a “rispettare i trattati firmati tra i due Paesi” e condannando “l’ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali”.

L’ipotesi che circola in queste ore è che la presunta violazione territoriale sia nel novero delle manovre in essere per contrastare il traffico di essere umani, che prosegue nonostante il calo dell’attenzione mediatica, anche se con meno intensità viste le condizioni meteo non più favorevoli come durante l’estate.

Da Roma, comunque, arriva una secca smentita: “Non c’è stata nessuna violazione delle acque territoriali libiche ad opera di navi della Marina militare italiana”, spiega un comunicato del ministero della Difesa.

Roberto Derta

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