Washington, 24 feb – Alexandra Ocasio-Cortez è il nuovo simbolo dell’ala giovane/millenial del Partito Democratico Usa: giovane, carina, dalla buona parlantina, iperprogressista in merito a qualunque posizione. Buona insomma, secondo una vecchia prassi del partito democratico che funziona da almeno un paio di decenni, per attrarre i voti dei giovani bianchi e delle minoranze in un partito che poi comunque esprimerà vertici dalle posizioni perfettamente allineate alle necessità di altri interlocutori (un po’ come il rapporto Bernie/Clinton).
E’ il delfino del partito democratico che la sostiene e protegge anche perché la giovane età non la rende un grosso problema per le eminenze grigie del partito e soprattutto perché il suo background “latino” la rende perfetta per i futuri progetti dei dem che hanno praticamente deciso di non puntare più al voto “bianco” come bersaglio grosso. Tuttavia affinché questa carriera di “scomoda” dissidente di sinistra del partito democratico ha bisogno di un perfetto lavoro di confezionamento e marketing politico: larga parte del futuro della Cortez sta in come i media decideranno di trattarla. Bene, ci permettiamo di fare una ipotesi: verrà considerata una nuova Obama al quale verrà perdonato tutto quello che, commesso da altri, sarebbe stato un suicidio politico. In queste righe raccontiamo un breve episodio sintomatico di questo rapporto di amore coi media mainstream.
L’alleato dell’Asse Chandra Bose
Qualche settimana fa cominciano a circolare foto del capo staff della Cortez, un ragazzo indiano con un brillante curriculum, di nome Saikat Chacrabarti ed in alcune di queste foto si vede Saikat indossare una maglietta verde con l’effige di Chandra Bose. Chandra Bose che sicuramente è un eroe nazionale indiano (ed infatti a lui è intitolato uno dei più grandi aeroporti del paese), una sorta di contraltare “guerriero” a Gandhi, ma che innegabilmente ebbe profondi e provati legami con la Germania nazionalsocialista ed il Giappone in funzione antibritannica durante la seconda guerra mondiale. Possiamo storicizzare e parlare, dal punto di vista indiano, di lotta contro il colonialismo britannico, di via “all’indipendenza”, ma insomma i rapporti tra Hitler e Chandra Bose sono acclarati come la collaborazione con le SS ed insomma una generale ed innegabile compromissione col “male assoluto” rappresentato dal nazionalsocialismo secondo la comune vulgata dei media occidentali.
La fissazione del “pericolo fascista”
Ed invece, quel che stavolta è notevole, è quanto poco sia stata toccata la questione: gli stessi giornali che chiamano “nazista” qualunque sostenitore di Trump perchè sventola una bandiera sudista con un notevole sforzo di immaginazione, non si azzardano a commentare questa notizia. E’ lecito aspettarsi che se il buon Saikat avesse lavorato per Trump sarebbe stato fatto a pezzi ed utilizzato per urlare di pericolo nazista alla Casa Bianca. A questo punto delle due l’una: o i giornalisti americani sono particolarmente distratti oppure “il pericolo fascista” è solo l’ennesimo strumentale artificio per attaccare i propri bersagli politici ed a nessuno interessa davvero nulla di un inesistente “pericolo nazista/fascista”, ma solo ed esclusivamente di danneggiare in ogni modo possibile i propri avversari.
Guido Taietti
1 commento
Delle simpatie dei Democratici/Repubblicani USA per i nazisti, non serve aggrapparsi alla “maglietta” come si fa in questo articolo. C´e´ il precedente della strage di Odessa(2 maggio 2014) dove 48 filo russi furono trucidati da 2000 neonazisti Ucraini. Ci sono i filmati su You Tube ma i media Repubblica e Corriere censurarono la strage..eppure li c´era la simbologia nazista, la violenza efferata tutto su video ma non era importante…il padrone USA aveva dato l´approvazione e quindi erano nazisti buoni. Prima abbandoniamo e condanniamo i concetti di nazismo che (per´altro storicamente era ben distinto dal periodo più´ positivo del fascismo) e meglio sarà´ per la nostra patria. Essere utili idioti giova solo all´occupante