Kiev, 13 mag – È il capo. Misterioso, risoluto, indiscusso per i suoi, dal curriculum discutibile per altri. Ha guidato il suo movimento Pravyi Sektor attraverso l’epopea della rivoluzione ucraina, dalla lotta clandestina alle barricate e ora punta dritto al parlamento.
È un guerrigliero? Uno 007 al soldo delle potenze straniere? E’ un rivoluzionario o un capobanda col fiuto per la carriera politica? Di sicuro c’è solo che il nome di Dmitry Jarosz infiamma e divide l’opinione pubblica sulla complicata questione ucraina, tra detrattori e supporters. Per il Primato Nazionale si è concesso in un’ intervista esclusiva.
Qual è la situazione attuale in Ucraina, dal punto di vista sociale e politico?
– La situazione è abbastanza complicata. Ancora prima che Yanukovich salisse al potere, dicevamo che nel nostro paese esiste un regime di occupazione interna. Durante il governo di Yanukovich la natura anti-popolare di questo regime ha raggiunto il suo culmine. Oggi, dopo la fuga di Yanukovich, questo regime si è incrinato, ma non è stato completamente smantellato. Il Partito delle Regioni e il Partito Comunista non sono stati vietati. L’opposizione di ieri non contribuisce alla lotta contro la corruzione. Non si notano ancora, dei cambiamenti che ci portino alla costruzione di una società giusta e solidale.
Cosa ne pensate del nuovo governo provvisorio ucraino?
– Inizialmente cercavamo di non criticare il nuovo governo, per evitare di destabilizzare la situazione nel paese. Ma ora dobbiamo constatare che il governo provvisorio manca di professionalità e patriottismo. Questo si vede chiaramente ad esempio nella perdita della Crimea, nella tolleranza alla corruzione e anche nell’impotenza nei confronti dei nemici esterni e interni. Diversi elementi del governo attuale stanno intraprendendo la strada della controrivoluzione. Ma la rivoluzione nazionale, in ogni caso, deve continuare. E’ auspicabile che continui in modo pacifico; tuttavia, le attività di questo governo potrebbero provocare una nuova ondata di rabbia popolare.
Dicono che la rivoluzione sia stata finanziata da personaggi noti, come Soros e Bernard-Henri Lévy, e da politici occidentali come Obama stesso. Cosa ne pensate?
Probabilmente l’Occidente era interessato alle proteste che avrebbero obbligato Yanukovich a cambiare la propria linea geopolitica. E’ probabile che in questa direzione siano stati fatti certi sforzi. Ciò nonostante, i paesi occidentali hanno considerato Yanukovich come il legittimo presidente anche quando per le strade di Kiev sono morti i nostri concittadini. Lévy ha un certo interesse ideologico, in Ucraina. Soros, ideologico ed economico. Obama, anche se appartenente al partito democratico, ragiona secondo i termini imperialistici americani. Ma a nessuno di loro serve uno stato ucraino forte.
Cosa pensate a proposito della NATO e dell’UE? Cosa pensate degli Stati Uniti?
– Siamo contrari all’adesione all’UE e alla NATO. Saremmo lieti di collaborare con l’UE e con la NATO, ma su un piano di parità. Detto questo, non vogliamo perdere una parte della nostra sovranità entrando a far parte di queste strutture e, nello stesso modo, non vogliamo accettare l’ideologia che oggi prevale nell’UE. E ancora di più non vogliamo associarci alla politica imperialista della NATO. La rivoluzione che è scoppiata in Ucraina è dovuta alla rabbia popolare nei confronti di un governo corrotto e criminale. Anche l’illusione dell’UE ha giocato il suo ruolo, ma questo era secondario. Oggi noi nazionalisti cerchiamo di far capire al popolo che non si deve sperare nell’UE o nella NATO, ma si deve contare soltanto sulle proprie forze. Purtroppo Putin ci ostacola nel divulgare il nostro messaggio. Proprio Putin è il primo promotore dell’integrazione europea: con la sua politica imperialistica spinge gli Ucraini a sperare in un aiuto dall’Occidente. Al contrario, il comportamento dei paesi occidentali distrugge le illusioni dell’euro-integrazione di molti Ucraini. Nei confronti degli Stati Uniti non nutriamo alcun odio patologico. Ci rendiamo conto, però, che questo paese cerca l’egemonia mondiale, e siamo contrari a tale scopo. Noi siamo per un mondo multipolare, un mondo senza imperialismi, un mondo in cui ogni nazione sia in grado di mantenere la propria libertà, identità e spiritualità.
Quali sono i vostri punti di riferimento politici e culturali? Se poteste descrivere la visione politica e culturale di “Pravyi Sektor”, cosa direste?
– Seguiamo la classica ideologia del nazionalismo ucraino e attraverso questa ideologia cerchiamo di trovare le risposte alle sfide di oggi. Si parla della fedeltà a un’ideologia formatasi nella metà del XX secolo e alla sua estensione creativa, al suo adattamento alle esigenze del presente. La base indiscussa del nazionalismo ucraino à il cristianesimo. Distinguiamo chiaramente il concetto del nazionalismo da concetti come sciovinismo, xenofobia e imperialismo. Il cuore del nostro movimento sono persone fedeli all’ideologia nazionalista e ai valori cristiani conservatori. Spesso si tratta di persone che sono piene del nobile spirito del Medioevo. Allo stesso tempo siamo pronti a rispondere a domande pragmatiche, proponiamo soluzioni alla popolazione per affrontare i problemi sociali, economici, ecc.
La vostra rivoluzione è diretta contro il popolo russo, contro il governo russo o contro gli Ucraini che sono a favore della Russia? Quale futuro si vuole per gli Ucraini che parlano in russo?
– La nostra rivoluzione è prima di tutto destinata a tutelare gli interessi strategici della nostra nazione. Quanto alla Russia, è diretta contro l’imperialismo russo. Come prova del fatto che non siamo russofobi facciamo notare che non pochi combattenti del “Pravyi Sektor” erano cittadini russi. Queste persone sono venute a sostenere la rivoluzione ucraina e sono ben consapevoli del fatto che il regime di Putin sia in realtà anti-russo.
Oggi molti patrioti russi sono dietro le sbarre per le loro azioni. In questo momento i Russi vengono moralmente e fisicamente lasciati al degrado, lasciati a sciogliersi in un mare di popoli di lingua non russa. E’ probabile che il prossimo presidente della Russia sarà addirittura il ceceno Ramzan Kadyrov. Per questo molti Russi capiscono che l’unico modo per salvare la loro nazione è quello di distruggere l’impero. Con persone consapevoli di questo abbiamo sempre collaborato e continueremo a farlo. Per quanto riguarda i cittadini ucraini di lingua russa, molti di loro fanno parte del “Pravyi Sektor”. Possiamo dire che tra i nostri cittadini che parlano russo ci sono tanti patrioti. La russificazione è davvero un problema; un problema simile, ma ancora più grande, esiste in Irlanda. Noi faremo rinascere la lingua e la cultura ucraina non attraverso la repressione, ma con la creazione, la diffusione e la coltivazione di quest’ ultima. Tutto ciò sarà possibile soltanto quando raggiungeremo il vero stato nazionale.
Cosa ne pensa il “Pravyi Sektor” della Crimea e del referendum che riguardava la separazione della penisola dall’Ucraina?
– Crediamo che la Crimea sia un territorio in comune ucraino e dei Tartari della Crimea. Tuttavia, ci vivono molte minoranze: non solo Russi ma anche Greci, Armeni, Estoni e altri. Pertanto sosteniamo l’istituzione dell’autonomia di Crimea, che sia parte integrante dell’Ucraina e che garantisca sia i diritti politici dei Tartari di Crimea sia i diritti culturali delle minoranze etniche. Abbiamo una base teorica per la creazione di tale autonomia e chiaramente una posizione pro-Ucraina dei Tartari di Crimea. Per quanto riguarda il cosiddetto referendum, è stata una farsa. Vi ha partecipato non più del 30% della popolazione della Crimea. Questo pseudo-referendum è stato svolto sotto i mirini delle armi russe. Prima o poi Kiev riprenderà il pieno controllo del territorio della Crimea.
Dite spesso di desiderare un’Ucraina indipendente e sovrana. Se un domani doveste salire al potere, quale sarebbe la vostra strategia in materia di politica estera? Quali alleanze internazionali dovrebbe avere l’Ucraina? In un’Ucraina indipendente e sovrana, nella quale foste al potere, potrebbe esistere un rapporto con la Russia?
– Vediamo diverse aree di consolidamento e d’integrazione dell’Europa centrale e orientale. In primo luogo, la creazione di un asse dal Baltico al Mar Nero, con la partecipazione degli Stati baltici, Bielorussia, Polonia e Ucraina. In secondo luogo, siamo interessati nel consolidamento dei paesi del Mar Nero e del Caucaso. Per molti aspetti, siamo pronti a pensare in modo pragmatico alla ricerca di alleati geopolitici partendo da questa specifica situazione geopolitica. Per quanto riguarda la Russia, la normalizzazione delle relazioni con questo paese potrà avvenire soltanto quando si libererà dalle proprie ambizioni imperialiste.
Da qualche giorno, tramite il sito ufficiale, anche il movimento nazionalista ucraino “Pravyi Sektor” ha presentato la sua ricetta per il futuro della nazione ucraina affidandolo direttamente nelle mani del carismatico leader Dmitry Jarosz.
A cura di Alberto Palladino
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