Roma, 3 ago – In un mondo che รจ pronto a trasformare in icona dei diritti civili ogni omosessuale multato da un vigile urbano, in un’era di โspontaneiโ tormentoni web e campagne buoniste, c’รจ uno strano silenzio attorno a Shira Banki.
Eppure Shira era una ragazza di 16 anni uccisa a coltellate per la sola colpa di essere scesa in strada in un gay pride. Una morte sicuramente terribile e assurda, qualsiasi cosa si pensi dei gay pride e delle rivendicazioni del mondo lgbt.
Eppure, stavolta, niente โJe suis Shiraโ. Il fatto รจ che quando ci si mette sul terreno del politicamente corretto, c’รจ sempre qualcuno che lo รจ piรน di te.
In questo caso, la morte di Shira fa poco rumore perchรฉ a pugnalarla mortalmente non รจ stato un fascista, uno skinhead, una testa rasata. Non รจ stato neanche un cattolico fanatico aizzato da Giovanardi. E nemmeno un musulmano fondamentalista caricato d’odio da qualche imam estremista. Fosse almeno stato un russo plagiato dalla propaganda omofoba putiniana. E invece niente.
No, la sedicenne รจ stata uccisa da Yishai Schlissel, un ebreo fondamentalista. Recidivo, peraltro: dieci anni fa l’uomo aveva assalito la medesima manifestazione a Gerusalemme ferendo tre persone. Era stato rilasciato tre settimane fa dopo aver scontato dieci anni di carcere, sui 12 a cui era stato condannato.
Il rapporto fra religione ebraica e i famosi โdiritti civiliโ genera molti meno dibattiti di quanto non accada per le altre religioni, messe spesso (e a volte non a torto) sul banco degli imputati perchรฉ ritenute portatrici intrinseche di intolleranza. L’agguato di Yishai Schlissel verrร invece derubricato come un gesto folle di un pazzo isolato. Una tragedia casuale, che non merita neanche un avatar colorato su facebook.
Giorgio Nigra
38
previous post