Tokyo, 4 feb – «Le riunioni a cui partecipano troppe donne in genere vanno avanti più del necessario». Con questa frase «in punta di forchetta» – ma che tratteggia una grande, innegabile verità –  il presidente del comitato olimpico giapponese (Joc) Yoshiro Mor, ha espresso il suo parere sulla proposta del ministero dell’Istruzione nipponico sulla eventualità di estendere le nomine nel consiglio dei Giochi a un maggior numero di donne. Lo riporta Ansa.

Mori, 83 anni e con radici ben piantate nel Giappone patriarcale non è nuovo a questo tipo di considerazioni sul gentil sesso. Nel caso di cui sopra, ha portato a esempio la sua esperienza come presidente della Federazione di Rugby. Per Mori sarebbe il forte, innato senso di rivalità tra donne ad innescare diatribe infinite – quelle che poi allungano i tempi delle riunioni.

Le riunioni tra donne durano troppo

«Se una di loro alza la mano per intervenire, le altre si sentono obbligate a rispondere, e si finisce che tutte quante si ritrovano a partecipare», ha spiegato. Secondo il presidente del Joc, quindi, l’intenzione aumentare fino al 40% la presenza femminile nel comitato direttivo non porterebbe nulla di buono. «Mi è stato riferito che se incrementiamo la percentuale di donne nel board dobbiamo contenere la durata dei loro interventi, altrimenti non si fermano a parlare, e la questione diventa problematica», ha continuato Mori.

Le femministe all’attacco

Frasi che hanno provocato lo sdegno della direttrice del Joc, Kaori Yamaguchi: «La parità di genere e un maggior rispetto per le persone con disabilità sono valori fondamentali per gli organizzatori dei Giochi a Tokyo. E’ deplorevole che il presidente del comitato organizzatore faccia questi commenti». Sono in molti – anzi in molte – a volere le dimissioni di Mori da Joc, e su Twitter in Giappone sta salendo nei trending topics l’hashtag «Mori, dimettiti». Per tutta risposta Mori si è scusato, ammettendo che il suo commento era stato «inappropriato». Ma ha ribadito di non avere alcuna intenzione di lasciare il ruolo.

Cristina Gauri

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