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Nomine Ue, ecco perché l’Italia ora rischia più di prima di non avere peso

by Ludovica Colli
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Bruxelles, 28 mag – Le nomine ai vertici delle istituzioni dell’Unione europea sono la battaglia più importante per l’Italia all’indomani del voto. E se Confindustria va in pressing sul governo verdegiallo sottolineando l’importanza vitale per il nostro Paese di ottenere almeno un commissario di peso, i nostri competitor si stanno già muovendo (meglio di noi). Il primo appuntamento è quello della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo (tutti i capigruppo più il presidente dell’Assemblea uscente); poi, dalle 13 alle 16.30, si riunisce il summit del Partito popolare europeo (e ci sarà anche Silvio Berlusconi); e infine, a partire dalle 18, c’è il Consiglio europeo straordinario, a cui i capi di Stato e di governo (compreso il premier italiano Giuseppe Conte) sono stati convocati espressamente per avviare i negoziati sulle nuove nomine.

Braccio di ferro tra Parlamento Ue e Consiglio europeo

Il braccio di ferro fra Europarlamento e Consiglio europeo più importante e delicato è quello sulla designazione del successore di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea. E, per ora, è più una questione di metodo che di persone. Intanto, sugli “spitzenkandidat” dei due partiti europei più forti, Manfred Weber per il Ppe e Frans Timmermans per i Socialisti, pesa l’emorragia di voti subìta dai rispettivi gruppi politici (circa 40 seggi in meno per ciascuno), anche se restano il primo e il secondo dell’Assemblea. In secondo luogo, i due gruppi insieme hanno perso la maggioranza assoluta e devono formare un’alleanza politica almeno con i Liberali dell’Alde e possibilmente anche con i Verdi, per tagliare fuori dai giochi le forze sovraniste-populiste ed euroscettiche (in forte ascesa soprattutto in Italia, in Francia e nel Regno Unito, oltre che in Ungheria e Polonia) e limitarne la capacità di influenza sul lavoro legislativo dell’Europarlamento.

Serve un candidato con un sostegno maggioritario

Serve un candidato capace di raccogliere un sostegno maggioritario fra le forze politiche dell’Europarlamento, sulla base di un programma convincente. E da questo punto di vista Timmermans, o la liberale Margrethe Vestager (oggi molto ben vista come commissaria Ue alla Concorrenza), hanno maggiori chance di Weber. Poi c’è chi mette in dubbio proprio il metodo degli “spitzenkandidat”, dei candidati di punta. Diversi capi di Stato e di governo, a cominciare dal presidente francese Emmanuel Macron, vedono questo sistema come una forzatura, un espediente dell’Europarlamento per appropriarsi della prerogativa di scegliere chi designare come candidato presidente della Commissione, sottraendola al Consiglio europeo (a cui quel potere appartiene secondo i Trattati Ue).

Macron lavora a preservare la sua influenza

In tal senso, proprio Macron potrebbe proporre come presidente designato della Commissione un “outsider” rispetto agli “spitzenkandidat”, come il capo negoziatore per la Brexit Michel Barnier (una fonte del Consiglio Ue lo definiva qualche giorno fa come “il secondo favorito di tutti i leader”). Barnier (Ppe) ha un curriculum di peso: due volte commissario europeo (alle Politiche regionali e al Mercato Unico) e quattro volte ministro in Francia (all’Agricoltura, all’Ambiente, agli Affari europei e agli Esteri). Dal canto suo, Macron è determinato a giocare un ruolo centrale nella scelta della leadership delle istituzioni comunitarie. Prima del Vertice informale di questa sera, il presidente francese avrà una serie di incontri bilaterali o multilaterali con altri nove capi di Stato e di governo. Alle 13 Macron ha organizzato un pranzo con alcuni leader liberali e socialisti. Saranno presenti lo spagnolo Pedro Sanchez e il portoghese Antonio Costa per il campo socialista e il belga Charles Michel e l’olandese Mark Rutte per il campo liberale. Alle 16 Macron avrà un incontro con i primi ministri del gruppo di Visegrad: l’ungherese Viktor Orban, il polacco Mateusz Morawiecki, lo slovacco Peter Pellegrini, più lo sloveno Marjan Sarec. Alle 17 Macron avrà un incontro bilaterale con il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, mentre appena prima del Vertice vedrà la cancelliera tedesca, Angela Merkel. A quanto pare, oltre a Barnier, come candidato “di riserva” il capo dell’Eliseo intende spingere proprio per la Vestager.

Tajani: “Maggioranza Europarlamento sostiene spitzenkandidat”

“La maggioranza dei gruppi al Parlamento europeo sostiene il sistema degli spitzenkandidat”, come previsto dal Trattato Ue. Così il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani (Forza Italia) sottolinea in conferenza stampa che questa è la posizione che illustrerà al Consiglio europeo informale del pomeriggio. “C’è una chiara maggioranza”, insisteTajani, mettendosi di traverso rispetto a quelle che potrebbero essere le legittime richieste dell’Italia.

Boccia: “Priorità avere un commissario di primo livello”

Dopo le elezioni europee per l’Italia “la priorità è avere un commissario europeo di primo livello: quelli all’industria, al commercio, al mercato interno e alla concorrenza sono commissari strategici per l’Italia”. A ribadirlo è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Al Paese infine “servono relazioni tra governi, quindi speriamo che il nostro governo spinga molto per avere un commissario di livello considerato che siamo la seconda manifattura d’Europa“, spiega il numero uno degli industriali. In generale, prosegue Boccia, “si apre uno scenario in cui popolari e liberali hanno comunque la maggioranza ma noi come Paese dobbiamo fare la nostra parte, sia distinguendo le piattaforme dei partiti dai governi e sia costruendo una stagione reale di riformisti europei”. Insomma, per il numero uno di Confindustria il governo Lega-M5S deve farsi sentire a maggior ragione che gli avversari dei populisti-sovranisti si stanno organizzando per preservare il potere nelle istituzioni Ue.

Ludovica Colli

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