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Nuovo giro di vite dell’Unione europea sull’agricoltura

by Valentino Tocci
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contadiniBruxelles, 23 dic – L’Unione Europea sempre più presente nelle nostra vita quotidiana. Forse da domani anche nei nostri orti, e non in senso metaforico. E’ in effetti al vaglio delle istituzioni europee un progetto che, se verrà approvato, potrebbe imporre vincoli assai più stringenti sulla distribuzione e sulla vendita di sementi ai fini dell’agricoltura.

La questione nasce da una proposta della Commissione Europea datata 6 maggio 2013 per una serie di nuove regole sul commercio delle sementi. Il fine dovrebbe essere il rispetto di standard adeguati circa la qualità e la sicurezza nella coltivazione di prodotti destinati all’alimentazione. La proposta non sarebbe in realtà rivolta né ai giardinieri né ai ai privati che coltivino un orto per la propria alimentazione personale, ma solamente alla produzione e vendita delle sementi su scala industriale. E inoltre pare che detta proposta non vincolerebbe nessun agricoltore ad utilizzare solo materiale e sementi “certificati” dalla nuova Agenzia delle Varietà vegetali europee, ma lascerebbe sempre la possibilità di scelta fra queste ultime e quelle “classiche”. E’ però possibile che in futuro alcune specie saranno commerciabili unicamente come “certificate”.

La proposta per ora parla anche di “obblighi di registrazione”, limitati a 150 specie vegetali ritenute importanti per il mercato europeo. Le varietà tradizionali potranno essere registrate con regole semplificate, non basate sugli stessi requisiti richiesti per le sementi commerciali, ma sull’indicazione di descrizioni eventualmente già esistenti e di dati storici specifici.

Nonostante quindi da più parti venga sottolineato come detta proposta non concerne i contadini “della domenica” e i loro vasi di zucchine sul balcone, non tutti sono tranquilli: secondo molti questo sarebbe un grande regalo fatto ai grandi produttori di sementi come la Montanto. Lo denunciano alcuni nomi legati al settore, come Ben Gabel del Real Seed Catalogue o l’associazione Libre, che riprende le tesi di Mike Adams, Health Ranger Editor di Natural News. “Se un contadino della domenica – scrive Libe – coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale”.

Mike Adams di Natural News rincara la dose: «Come qualcuno potrà sospettare– questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta». I burocrati europei potrebbero finalmente «consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la Monsanto». Il problema lo chiarisce lo stesso Gabel: «I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray chimici potenti». Per cui, «non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali (…) I piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi». Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli.

«Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai contadini commerciali – spiega ancora Adams – si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse folli regole». Un tecno-governo impazzito: «Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo», spiega Ben Gabel. «Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono».

«Il problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di belle cose sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della legislazione», ma «negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario», avverte Adams. Esempio: dove si spiega come “semplificare” le procedure per le varietà amatoriali, non si fa accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal DEFRA, il dipartimento britannico per l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, spiega Adams, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della nuova normativa comunitaria. «Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale».

Secondo Adams stiamo arrivando a vedere realizzata la profezia che lui stesso ha illustrato nel libro “Freedom Chronicles 2026” , nel quale un “contrabbandiere di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane imposte della Monsanto.

Valentino Tocci

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