Budapest, 2 nov – Il primo ministro ungherese Viktor Orban non è nuovo alle esternazioni contro le forze che a suo dire stanno promuovendo l’ondata immigratoria che sommerge l’Europa e la sua nazione. Tra questi, il bersaglio preferito sembra essere George Soros, celebre speculatore finanziario, naturalizzato americano ma nativo magiaro e di origini ebraiche, il proverbiale “grande vecchio” (85 anni) che farebbe di tutto per annacquare l’identità del vecchio continente in un mare di allogeni.
Dopo le invettive giornalistiche di metà settembre, che in base alle rivelazioni di Sky News puntualmente illustrate su queste colonne si dimostrarono non prive di fondamento, è ora il turno di una intervista dello stesso Orban alla radio pubblica ungherese Kossuth, riportata da Bloomberg.
Il vulcanico e coraggioso primo ministro di Budapest ha accusato il miliardario Soros di essere un membro di primo piano di un circolo di “attivisti” che tentano di indebolire le nazioni europee sostenendo i cosiddetti “rifugiati” nella loro marcia verso il continente dal Medio oriente e dall’Africa.
“Il suo nome [George Soros] è forse l’esempio più forte di quelli che sostengono qualsiasi cosa che possa indebolire gli stati nazionali, essi promuovono tutto quello che possa cambiare gli stili di vita tradizionali europei”, ha dichiarato Orban. “Questi attivisti che sostengono gli immigranti ‘inavvertitamente’ diventano parte della rete internazionale dedita al traffico di esseri umani”.
In pratica, Orban sostiene che di fatto Soros e compagnia sarebbero parte di una organizzazione criminale almeno al livello di concorso esterno.
Si tratta, per inciso, degli stessi attivisti che hanno criticato aspramente Orban per la costruzione del muro a difesa delle proprie frontiere, prima con la Serbia e quindi anche con la Croazia.
Da parte sua, Soros, forte dei 710mila immigranti che secondo Frontex sono arrivati in Europa nei primi nove mesi di quest’anno, nonché delle innumerevoli fondazioni e università facenti capo alla sua Open Society, particolarmente attive nell’Europa orientale, sta distribuendo a piene mani finanziamenti a fondo perduto alle organizzazioni che forniscono assistenza legale ai richiedenti asilo.
Di più, il miliardario filantropo si è preso anche la briga di replicare piccato al premier ungherese, sostenendo in un messaggio email alla stampa che il piano in sei punti pubblicato in un suo recente saggio pubblico dal titolo “Ricostruire il sistema dell’asilo”, contribuirebbe a “difendere i valori Europei” mentre le azioni di Orban “minano alla base quegli stessi valori” in quanto “il suo piano prevede la protezione delle frontiere nazionali come obiettivo e i rifugiati come un ostacolo”, ha dichiarato Soros. “Il nostro piano [, al contrario,] prevede la protezione dei rifugiati come obiettivo e le frontiere nazionali come ostacolo”. Più chiaro di così non si può.
Quali sono, in sintesi, questi sei punti elaborati da Soros, che dovrebbero rappresentare la base del piano di gestione europeo dell’immigrazione?
- Accettare almeno un milione di richiedenti asilo ogni anno.
- Guidare uno sforzo globale per aiutare Turchia, Libano e Giordania a ottenere adeguati finanziamenti per i quattro milioni di rifugiati presenti in quei paesi (Soros valuta il costo annuo per rifugiato nell’ordine di 5mila euro, quindi si tratta di 20 miliardi all’anno).
- Costituire una singola agenzia europea per l’asilo e l’immigrazione, che porti alla fine a una singola guardia di frontiera europea (sostituendo i 28 sistemi separati che attualmente funzionerebbero in maniera scoordinata e inadeguata).
- Creare canali sicuri per portare i richiedenti asilo in Europa nonché da Grecia e Italia verso i paesi di destinazione.
- Utilizzare le misure operative e finanziarie europee sopra illustrate come base per definire “standard globali per il trattamento dei richiedenti asilo e dei migranti”.
- “Mobilizzare il settore privato – le Ong, le comunità religiose, e il mondo del business – affinché agiscano come sponsor” per i rifugiati e i richiedenti asilo.
Da una parte quindi il miliardario che, tra l’altro, ha incoraggiato apertamente e sostenuto concretamente il colpo di stato in Ucraina lo scorso anno e che tuttora benedice l’invio da parte di Washington di aiuti militari letali a Kiev nella lotta contro i separatisti filorussi.
Dall’altra, il primo ministro di un paese europeo che, se ad alcuni può dare l’impressione di polarizzare lo scontro di civiltà e religioso tra l’occidente cristiano e il medio-oriente musulmano, ad altri appare come uno strenuo difensore dell’identità europea.
Chiudiamo con due brevi osservazioni.
La prima, che quanto più debito la Germania e altri paesi (tra cui l’Italia stessa) dovranno accumulare per affrontare le centinaia di migliaia o perfino milioni di immigrati che stanno sommergendo i Balcani e attraversando il mare, tanti più titoli di stato la Banca centrale europea dovrà acquisire, perpetuando quindi all’infinito lo status quo finanziario espansivo che tanto giova alle casse della speculazione finanziaria internazionale, di cui Soros stesso è esponente di punta.
La seconda, che il suddetto debito non sarà mai ripagato in alcun modo dall’aumento della frazione di immigrati dequalificati nelle società e nazioni europee, che anzi rappresenterà un carico finanziario – oltre che sociale, identitario e così via – per molte generazioni a venire, come ampiamente e definitivamente determinato dalle più recenti ricerche di cui si è dato esaustivamente conto su queste colonne.
Francesco Meneguzzo
1 commento
Orban è l’unico vero statista europeo, capace di dire chiaramente che l’invasione migratoria è l’ultimo atto per cancellare definitivamente l’Europa. In quanto a quel porco sionista di Soros
basta dire quando attaccò la Lira causò una perdita valutaria pari a 48 miliardi di dollari e in conseguenza a tale azione speculativa la Lira Italiana riportò una perdita di valore del 30% ! Questo filantropo tanto generoso, in verità avrebbe dovuto marcire in galera insieme ai suoi complici maiali!