Damasco, 27 mar – E’ Pasqua e sulla città che fu di Settimio Severo splende di nuovo il sole. L’esercito siriano ha annunciato oggi la completa liberazione di Palmira. Da questa mattina l’intera zona, compresa l’area archeologica patrimonio dell’umanità, è un tripudio di bandiere della Repubblica Araba di Siria.
Il comando dell’esercito di Assad ha comunicato che il territorio è ancora disseminato di ordigni e trappole esplosive piazzati dai terroristi dell’Isis ma le unità del genio sono già all’opera per la completa bonifica. Centinaia i terroristi uccisi dalle truppe di Assad, fonti governative parlano di 450 jihadisti eliminati. Decine di veicoli dei jihadisti, compresi blindati, sono stati distrutti dall’aviazione russa. Palmira era stata occupata dall’Isis nel maggio 2015, adesso i terroristi battono in ritirata verso Raqqa, più a est. Ultima città di grandi dimensioni ancora in mano all’Isis in Siria.
Il comandante delle forze armate siriane ha annunciato che le operazioni militari andranno avanti in tutti i territori ancora occupati da Isis e al-Nusra e che la riconquista di Palmira rappresenta un trampolino di lancio verso est oltre ad essere fondamentale per tagliare le fonti di rifornimento dei terroristi. La ripresa di Palmira va quindi ben oltre il valore simbolico, comunque non trascurabile. Proprio qui fu ucciso dai terroristi il più importante archeologo siriano, Khaled al-Asaad. Oggi la vittoria dell’esercito siriano è anche nel suo nome. Bentornata Palmira, bentornata civiltà.
Eugenio Palazzini