E’ vero che nel periodo aprile-giugno il Pil di Londra ĆØ cresciuto dello 0,7%, segnando quindi – nel periodo luglio-settembre, il primo e immediato appena dopo il referendum di fine giugno – una piccola riduzione congiunturale. Ciò che sorprende ĆØ però l’ennesimo errore degli analisti, che parlavano di uno scarso +0,3%. Stima dunque doppiata, nonostante la Brexit. O forse proprio grazie ad essa? PerchĆ© la Banca d’Inghilterra non ĆØ rimasta a guardare, ma ĆØ intervenuta appena dopo il voto, accompagnando la sterlina in una sostanziosa svalutazione: a beneficiarne ĆØ stata l’intera economia, che segna oggi numeri record rispetto ad un’Europa ancora in affanno.
A trainare i numeri della Gran Bretagna ĆØ soprattutto il settore terziario, quello dei servizi, sul quale specialmente la City ha costruito le sue fortune degli ultimi anni. Faticano ancora, invece, le costruzioni e la manifattura nella patria dell’industria moderna. Un settore, quest’ultimo, che a dispetto delle previsioni catastrofiche “rischia” al contrario di ritrovare i fastiĀ di un tempo. E’ notizia sempre di ieri, concomitante con la diffusione delle stime sul Pil, che Nissan ha deciso di investire nello stabilimento di Sunderland, destinato ad un futuro ampliamento ed individuato come sito per la produzione del nuovo modello Qashqai. Una scelta in controcorrente rispetto alle dichiarazioni antecedenti il referendum: proprio la Nissan, infatti, aveva annunciato un eventuale ripensamento dei suoi piani per l’Inghilterra qualora il voto avesse seguito i desiderata deiĀ brexiters. Ora, al contrario, ĆØ la casa madre giapponese che sembra dar ragione a chi ha votato “SƬ”.
Filippo Burla
2 comments
Vero ma per quanto ne so il Regno Unito ĆØ ancora parte integrante della UE ĆØ perciò beneficia dell’accesso al mercato unico quindi nei fatti non ĆØ cambiato ancora nulla.
Bisognerà attendere la fine del negoziato per vedere a che condizioni Londra uscirà dal mercato comune (se uscirà ). Sarebbe una manna dal cielo per Gran Bretagna poter continuare ad esportare in tutta la UE senza però dover più attenersi a tutto il diritto comunitario ma scegliendo a seconda della convenienza cosa applicare e cosa no, senza dover versare fondi al bilancio UE, con una politica economica, monetaria ed estera indipendente e sovrana. Ma non credo a Parigi e Berlino piacerà una soluzione di questo tipo.
Ridicolo fare un bilancio ora che non sono ancora usciti