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Portland, il killer antifa del ragazzo pro-Trump ucciso dalla polizia in una sparatoria

by Cristina Gauri
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Portland, 4 set – Michael Forest Reinoehl, l’antifascista indagato e ricercato con l’accusa di avere ucciso il supporter pro-Trump e sostenitore del gruppo nazionalista Patrot Prayer Aaron Jay Danielson, è stato ucciso giovedì notte a Washington durante l’operazione di arresto condotta dai membri di una task force federale. Lo riporta Oregonlive.

Le ricerche e la sparatoria

Gli ufficiali della US Marshals Service Pacific Northwest Violent Offender Task Force stavano perlustrando un complesso di appartamenti vicino a Lacey, dove sospettavano che Reinoehl si stesse nascondendo dopo aver saputo dell’emissione di un mandato per il suo arresto all’inizio della giornata. Secondo quanto riportato dal tenente Ray Brady, Reinoehl si è precipitato fuori dall’appartamento, dirigendosi di corsa verso una station wagon. Gli agenti hanno sparato una prima volta nel tentativo di fermarlo. Poi il fuggitivo ha estratto un’arma. A quel punto la polizia ha aperto il fuoco nuovamente, uccidendolo. Testimoni hanno riferito al quotidiano The Olympian di aver visto due Suv nei paraggi della scena e di aver udito dai 30 a 50 spari. Altri due testimoni hanno raccontato al giornale di aver visto l’uomo iniziare a sparare con quello che sembrava essere un fucile d’assalto.

Gli agenti di polizia hanno sparato per difendersi

Secondo Brady sarebbero quattro gli ufficiali responsabili della morte di Reinoehl. Provengono dall’ufficio dello sceriffo della contea di Pierce, dal dipartimento di polizia di Lakewood e dal dipartimento di correzione di Washington. Secondo una nuova legge statale entrata in vigore a Washington a gennaio, la dinamica della sparatoria sarà sottoposta ad indagine da funzionari di agenzie non coinvolte nei fatti. «I report iniziali indicano che il sospetto ha estratto un’arma da fuoco, minacciando la vita degli agenti», ha dichiarato un portavoce degli American Marshals. «I membri della task force hanno reagito alla minaccia e hanno colpito il sospettato».

Attivista Black lives matter

Reinoehl, 48 anni, lascia una figlia di 11. Sui social era solito definirsi antifascista e inneggiare al Black lives matter; a metà giugno scriveva sulla sua pagina Instagram: «Sono 100% antifa fino in fondo! Sono disposto a combattere per i miei fratelli e sorelle!». E’ stato identificato come sospetto dalla polizia grazie al materiale video circolato sui social media nelle ore successive all’omicidio di Aaron Jay Danielson, morto per una singola ferita da arma da fuoco al petto.

L’intervista a Vice News

Reinoehl ha confessato il suo coinvolgimento nella sparatoria in un’intervista pubblicata giovedì sera da Vice News. Aveva riferito di aver agito per legittima difesa, credendo che stesse per essere accoltellato. Pur sapendo di aver ucciso Danielson era fuggito dalla scena del crimine. «I miei legali mi hanno suggerito di non parlare, ma penso che sia importante che il mondo sappia cosa realmente accadendo», aveva spiegato. L’assassino ha poi raccontato di aver incrociato Danielson mentre camminava con un amico dopo che il corteo pro-Trump era partito dal centro di Portland. La sparatoria è stata ripresa in video da Justin Dunlap, che stava trasmettendo la manifestazione in una diretta Facebook. Nell’articolo di Vice News, Reinoehl ha quindi ammesso di aver premuto il grilletto: «Non avevo scelta». Poi ha aggiunto: «Voglio dire, io, avevo una scelta. Avrei potuto rimanere lì  e guardarli uccidere un mio amico di colore, ma non gliel’ho permesso». L’Us Marshals Service ha dichiarato che non renderà noti i nomi degli ufficiali coinvolti nella sparatoria di Reinoehl fino al completamento delle indagini.

Cristina Gauri

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3 comments

Michele A. 4 Settembre 2020 - 10:36

Soltanto un assassino di meno!

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SergioM 4 Settembre 2020 - 1:52

Quando l’ idiota “olandesino” ha scoperto d’ aver ucciso un ebreo …. ha capito d’ essere … un “morto che cammina” .
Se in USA uccidi un poliziotto o un ebreo …. difficilmente arrivi in tribunale . E semmai l’ ergastolo è assicurato , beh in carcere avrebbe apprezzato la compagnia degli arrapati Bingobongo amici suoi ….

Un fesso in meno , il mondo oggi è un po’ più PULITO .

Joe l’ addormentato sta fomentando una guerra civile per battere TRUMP , semmai vincesse , gli scoppierà tra i coglioni e travolgerà i suoi mandanti , i Kennedy …..

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Cristiano Pavone 4 Settembre 2020 - 3:41

Io non piango per la morte di questo assassino
UN BASTARDO IN MENO

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