Malta, 29 giu – Pugno duro di Malta sulla questione immigrazione. A neanche un giorno dall’attracco nel porto della Valletta della nave Lifeline, e poco prima del summit del Consiglio europeo a Bruxelles, Malta ha deciso di chiudere i suoi porti a tutte le navi delle Ong. In un comunicato il governo maltese ha dichiarato: “In seguito ai recenti accadimenti dobbiamo accertare che le operazioni di queste navi siano conformi alle norme nazionali e internazionali”. Per questo “Malta non può permettere che associazioni con una struttura simile a quella sotto indagine usino Malta per le proprie operazioni”.
Ma i porti maltesi per le navi delle Ong saranno chiusi anche per i rifornimenti di carburante. Già nei giorni scorsi La Valletta aveva negato l’autorizzazione alla nave spagnola Open Arms, dell’Ong Proactiva Arms, di attraccare e per il rifornimento si era dovuti ricorrere al noleggio di una piccola imbarcazione che ha traghettato viveri e carburante fuori dalle acque territoriali maltesi. Anche se in quell’occasione la nave non aveva alcun sedicente profugo a bordo. Stessa sorte era toccata alla Acquarius, che aveva dovuto arrivare fino a Marsiglia per rifornirsi e cambiare equipaggio. E trattamento analogo è stato riservato da Malta anche a un aereo della Pilotes Volontaires, l’Ong dell’aria che individua gommoni in avaria.
Insomma, Malta è decisa ad andare fino in fondo e a non arretrare dalle sue posizioni intransigenti sulla questione accoglienza. Una linea, quella maltese, che ha provocato l’esultanza del ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini: “Vuol dire che avevamo ragione noi, indietro non si torna! Stop al traffico di esseri umani, stop a chi aiuta gli scafisti. #stopinvasione” è stato il suo primo tweet dopo l’annuncio maltese sulla chiusura dei porti.
Anna Pedri
Pugno duro di Malta: no alle navi delle Ong, neanche per rifornimento
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