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Ridurre la dipendenza da petrolio: il piano dell’Angola

by Giuseppe De Santis
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Angola, petrolio

Roma, 27 dic – Da tempo il governo dell’Angola è impegnato a diversificare l’economia al fine di ridurre la dipendenza dal petrolio. Diverse le strade seguite in tal senso, tra cui quella dello sfruttamento dei giacimenti di diamanti e della loro lavorazione in loco. Tuttavia questo, per quanto importante, non basta da solo a stimolare un robusto sviluppo economico. Necessario dunque investire in altri settori: uno dei più promettenti è quello logistico.

I 21 nuovi centri logistici dell’Angola

Al momento quasi tutte le merci viaggiano su gomma, circostanza che rende il loro trasporto eccessivamente costoso. Senza considerare poi i problemi legati alla mancanza di strade asfaltate che rende difficili (quando non impossibili) le consegne in caso di piogge. L’esecutivo ha così deciso di stanziare 445 milioni di dollari per creare, entro il 2038, ben 21 centri logistici che possano consentire di abbassare i tempi e i costi di trasporto di tutte le merci prodotte non solo in Angola ma anche nelle nazioni vicine senza sbocco sul mare. Ognuno di questi centri logistici consentirà lo stoccaggio, la conservazione e il flusso di prodotti agricoli e ittici, agevolando anche la creazione di centri agroindustriali che permetteranno di trasformare i beni in lavorati (o semilavorati) a più alto valore aggiunto.

Come detto i costi di trasporto in Angola sono particolarmente elevati. Equivalgono infatti a oltre il 15% del Pil, un valore doppio rispetto ad altri Paesi. Per questo il governo punta forte sulla rete dei centri logistici, che saranno collegati via terra, aria ed acqua. Accanto ad essi sorgeranno, entro il prossimo anno, anche sei piattaforme logistiche.

La rete ha già iniziato a dare i suoi frutti per quanto riguarda il commercio internazionale. Essa permette infatti alle imprese dell’Angola di esportare più agevolmente in Congo, Repubblica Democratica del Congo e Camerun. Nel futuro il suo ampliamento potrà aprire le porti a nuovi e lucrativi mercati, con importanti benefici per l’economia locale.

Giuseppe De Santis

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