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Rifugiati che fanno il caffè. Starbucks, aiutato dalle ong, ne assume 2500 in Europa

by La Redazione
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Milano, 28 giu – Che Starbucks volesse assumere 10mila rifugiati nel mondo è notizia di mesi fa. Ma adesso i piani si fanno più concreti e la catena americana del frappuccino annuncia che 2500 rifugiati verranno assunti in 8 Paesi europei: Regno Uniti, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Germania e Paesi Bassi. In tutto in Europa Starbucks impiega oltre 30mila persone, di oltre 90 nazionalità diverse, e i rifugiati rappresenterebbero circa l’8 per cento della forza lavoro. C’è da scommetterci, a basso costo. Ma c’è di più: per assumere queste 2500 persone Starbucks si avvarrà della collaborazione di alcune ong, in prima linea per la tutela dei diritti dei rifugiati, che si occuperanno della selezione del personale da smistare nei vari Paesi entro il 2020.

L’iniziativa di assunzione dei rifugiati, quando venne annunciata a gennaio scorso, era parte di una strategia per andare contro le decisioni del presidente americano Donald Trump, che voleva sospendere l’ingresso negli Stati Uniti ai rifugiati siriani e introduceva il cosiddetto travel ban. L’amministratore di Starbucks aveva sfidato la Casa Bianca affermando che negli Usa la priorità nelle assunzioni sarebbe stata data gli immigrati.

Starbucks inviò una lettera ai dipendenti in cui c’era scritto: “Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo che hanno avuto il riconoscimento di status di rifugiato dalle Nazioni Unite, e noi vogliamo dare il via al nostro impegno qui negli Stati Uniti, cominciando lo sviluppo di un piano quinquennale di assunzioni che coinvolga 10mila rifugiati nei 75 Paesi in cui Starbucks ha il proprio business”.

Adesso arriva l’annuncio europeo, e immediata è partita su Twitter la campagna di boicottaggio della catena di caffè americana. La decisione, infatti, coinvolge Paesi dove i tassi di disoccupazione sono elevati, come la Spagna dove 20 persone su 100 sono senza occupazione, e che avrebbero bisogno di impiegare prima di tutto forza lavoro locale.

Presto, quando il frappuccino arriverà anche in Italia, Starbucks probabilmente assumerà rifugiati anche qui da noi. E dal momento che è Milano la città scelta da Starbucks per far approdare il frappuccino, in piazza Duomo si è già provveduto, con palme e banani, a ricreare una certa aria di casa per i rifugiati.

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Fabrice 29 Giugno 2017 - 12:53

Howard Schultz CEO di Starbucks è un ebreo americano e forte sostenitore di Hillary Clinton, eccolo arriva!!

Starbucks CEO Howard Schultz said he is backing Hillary Clinton for president.

He received an award from Aish Hatorah, a Jewish Orthodox pro-Israel group, in 1998……

http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/217561

E chi è stato il principale finanziatore individuale dei Clintons?

George Soros, ebreo americano e massimo fautore mondiale della cosideddetta “Open Borders Society” e sostenitore della globalizzaione più sfrenata!!

Strane coincidenze??

Non credo proprio, basta sapere unire i puntini!!

Saluti

Fabrice

1PS per saperne di più sull’argomento, digitare sul vostro motore di ricerca preferito:

Jewish Support forMulticulturalism the Occidental Observer

2P vi avevo già segnalato in un mio post ad un vostro precedente articolo il link del 1 PS di cui sopra ma non l’avete pubblicato, chissà come mai…..!!

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