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Risoluzione Onu su pace in Ucraina: chi e perché ha votato contro o si è astenuto

by Eugenio Palazzini
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Roma, 24 feb – A un anno esatto dall’inizio del conflitto, con 141 voti a favore, 32 astenuti e soltanto 7 contrari, l’Assemblea delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui si sottolinea “la necessità di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva” in Ucraina, chiedendo alla Russia “il ritiro immediato, completo e incondizionato di tutte le forze sul campo”. Una risoluzione dell’Assemblea Onu che, in quanto tale, non è vincolante. Non obbliga quindi, nella fattispecie, la Russia ad accettarla. E’ come una raccomandazione, un’indicazione, un consiglio. Ma soprattutto in questo caso esprime la collocazione nel grande gioco geopolitico dei Paesi che compongono il globo terracqueo. Per questo è molto utile osservare come si sono espressi questi Paesi, soprattutto chi ha votato contro o si è astenuto, cercando quindi di capire come si sta dividendo il mondo non solo rispetto alla guerra in Ucraina.

Il sesto pronunciamento sull’Ucraina

Tra i 75 co-sponsor di questa risoluzione, compare anche l’Italia. Si tratta per l’esattezza della sesta risoluzione sul conflitto in Ucraina approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in 11 mesi dopo quelle del 2 e del 24 marzo, del 7 aprile, del 12 ottobre e del 14 novembre dello scorso anno. “141 Paesi hanno chiesto il ripristino della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha twittato il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Un anno dopo, la comunità internazionale è forte con l’Ucraina. La richiesta è chiara: la Russia deve porre fine alla sua guerra di aggressione”. E’ senz’altro vero che la gran parte delle nazioni ha espresso una posizioni politica chiara e questo dovrebbe far pensare chi è persuaso che sia in atto una svolta “multipolarista”. In realtà il mondo non è mai stato completamente, neppure dopo il crollo dell’Urss, sotto l’egida di Washington. Ciò che semmai emerge da questo voto all’Assemblea Onu sono le diverse posizioni di chi viene dato come alleato tout court di Mosca, quindi un crescente isolamento internazionale della Russia.

Risoluzione Onu su Ucraina: gli astenuti

Tra i 32 astenuti spiccano senza dubbio due colossi: Cina e India. La prima ha sempre assunto questa posizione e continua a pensarsi, a ragione, in posizione dominante rispetto alla Russia. La seconda mantiene una storica “neutralità”, tanto opportunistica quanto utile a tenere i piedi in due staffe per continuare a usufruire delle forniture russe da una parte e di un’alleanza strategica in ambito militare con l’Occidente, soprattutto in chiave di contenimento delle mire cinesi in Asia. Piuttosto scontata l’astenzione di nazioni come Iran, Cuba e Armenia, così come quella di ex repubbliche sovietiche come Kazakistan e Uzbekistan. Altra cosa l’astensione di molte nazioni africane come Namibia, Algeria, Togo, Sudan, Sud Africa, Uganda, Gabon, Etiopia. Segno da una parte della crescente influenza russa nel continente nero, unita a quella cinese, e dall’altra dell’ancora parziale diffidenza africana nei confronti di Stati Uniti ed Europa. Retaggi neocoloniali più che coloniali.

Chi ha votato contro

I Paesi che hanno votato contro sono appena 7. Oltre, ovviamente, alla Russia compaiono Eritrea, Corea del Nord, Bielorussia, Siria, Nicaragua e Mali. Tutti voti scontati per ragioni altrettanto note, dall’isolamento internazionale (Corea, Eritrea, Nicaragua) alla dipendenza sostanziale (Bielorussia), passando per l’aiuto diretto nel conflitto interno (Siria). La novità è il Mali, per la prima volta espressosi così. Come mai? Perché con il ritiro dei soldati francesi e l’arrivo della Wagner, è entrato nell’orbita russa. Situazione analoga a quella della Repubblica Centrafricana che però si è astenuta. In quest’ultimo caso probabilmente ha prevalso la necessità di continuare a oscillare tra Pechino e Mosca.

Eugenio Palazzini

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1 commento

brutta ciao 24 Febbraio 2023 - 12:12

I doppiogiochisti sono la maggioranza vera.

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