Roma, 1 mar – “Uno stato che commette crimini di guerra contro i civili non può essere membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu“. E’ quanto dichiarato Volodymyr Zelensky in un videomessaggio. Il presidente ucraino ha chiesto così di escludere la Russia dal più determinante organo delle Nazioni Unite, in cui siede come membro permanente con diritto di veto. “Questa è l’Ucraina. Questa è l’Europa. Questo è il 2022. Il male, armato di missili, bombe e artiglieria, deve essere fermato immediatamente, distrutto economicamente, per dimostrare che l’umanità può difendersi”, ha poi detto Zelensky, chiedendo alla comunità internazionale di valutare il blocco totale dello spazio per missili, aerei ed elicotteri russi. Posto che potremmo citare anche i crimini di guerra di un altro membro del Consiglio di Sicurezza per comprendere quanto la questione sia delicata e controversa, stiamo alle parole del presidente ucraino e alle sue implicazioni.
Russia fuori dal Consiglio di Sicurezza Onu? Ecco cosa può succedere
L’uscita di Zelensky è una provocazione molto probabilmente destinata a rimanere tale, ma comunque degna di attenzione. Per due sostanziali motivi: da una parte rischia di irritare ulteriormente Vladimir Putin, dall’altra pone una questione mai davvero aperta, ovvero la riscrittura del sistema internazionale post seconda guerra mondiale.
Nel primo caso, in linea con le richieste che arrivano da più parti di far aderire proprio adesso l’Ucraina alla Nato, l’effettivo problema che si pone è mettere ancor più all’angolo la Russia, cosa che potrebbe scatenare una drastica reazione del Cremlino dagli esiti inimmaginabili. In questo momento gettare benzina sul fuoco non sostiene il tavolo del negoziato, per quanto, arrivati a questo punto, sia decisamente traballante. Nel secondo caso si toglierebbe a Mosca il potere più incisivo a livello internazionale, garantitole nel lontano 1946, quando il consiglio di sicurezza dell’Onu divenne effettivamente operativo. In questo modo si archivierebbe de facto il sistema globale onusiano in piedi da decenni.
Fine del sistema post seconda guerra mondiale?
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è composto da 15 membri, di questi 5 sono permanenti con diritto di veto (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) e 10 sono eletti ogni due anni dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. I membri permanenti sono ancora oggi, nel 2022, le potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale. Nella storia del Consiglio di Sicurezza c’è stata un’unica variazione sostanziale, allorché nel lontano 1971 venne esclusa la Repubblica di Cina (alias Taiwan) per far posto alla Repubblica Popolare Cinese (alias la Cina). Otto anni dopo, nel 1979, gli Stati Uniti smisero di riconoscere Taiwan come stato legittimo. Fu il primo passo di Washington verso il “disgelo” delle relazioni con Pechino.
La differenza con quanto avverrebbe oggi con l’esclusione della Russia è piuttosto lampante: adesso si taglierebbe fuori una superpotenza, allora si eliminò una piccola isola “protettorato” degli Usa. Le conseguenze ora sarebbero del tutto imprevedibili, quel che è certo è che gli equilibri geopolitici verrebbero completamente rivoluzionati. Il che non è detto che sia un male, il problema è poter ragionare adesso con una prospettiva di lungo termine. Perché a ben vedere tutto potrebbe precipitare da un momento all’altro.
Eugenio Palazzini