Certo, che ora il popolo russo si stringa attorno al suo leader, ultimamente sotto pressione dalle proteste dei suoi oppositori represse in maniera piuttosto sbrigativa, è probabile. Il Fatto, tuttavia, sembra fare un passo ulteriore, alludendo malignamente alla possibilità di un “attentato di Stato”. Ovviamente non abbiamo elementi per escludere tale eventualità al 100%. C’è però da chiedersi solo perché ogni ipotesi alternativa sull’11 settembre o su Charlie Hebdo venga automaticamente bollata (molto spesso a ragione, beninteso) come fake news complottista, per di più offensiva e fuori luogo, mentre qui l’ipotesi più fantasiosa acquisisce addirittura il rango di titolo d’apertura di uno dei più venduti quotidiani italiani. Come se Putin fosse più cinico, spregiudicato o malvagio dei governanti occidentali.
Il retropensiero è che in Russia, in fondo, queste cose siano all’ordine del giorno: calano i sondaggi e il presidente decide di far saltare in aria la metropolitana. In Occidente, invece, no, queste cose non succedono. I governanti di Usa, Israele, Inghilterra, Francia, sono tutti idealisti di sani principi. Aggiungiamo, poi, un’ulteriore considerazione: qualcuno si è chiesto perché ogni attentato in Francia o Germania ha minato il consenso di Hollande e della Merkel, mentre ogni attentato in Russia rafforza Putin? Forse perché i primi due vengono riconosciuti come complici diretti e indiretti dei terroristi e il secondo, anche al netto delle esagerazioni “virali”, è noto come uno che i terroristi li combatte? Questa è la vera domanda da porsi. Ma se aspettiamo che se la ponga il Fatto attenderemo invano.
Adriano Scianca