Roma, 27 ott – Abu Bakr al Baghdadi, “califfo” del sedicente Stato Islamico, sarebbe morto nel corso di un raid che le forze speciali Usa hanno condotto ieri nella zona di Idlib, nel nordovest della Siria. Ad annunciarlo fonti del Pentagono, seguito dalle agenzia di sicurezza di Damasco e dell’Iran.
Al Baghdadi è morto?
Nel corso del blitz, stando alle prime notizie, dopo un breve scontro a fuoco al Baghdadi si sarebbe fatto saltare in aria detonando il giubbotto esplosivo che portava con sé. Il blitz, condotto su segnalazione della Cia, aveva individuato il “califfo” – sia pur parlando di un generico “obiettivo di alto profilo dell’Isis” – in un sobborgo di Idlib, mentre era in compagnia di alcuni familiari. Almeno due di essi, probabilmente due delle sue mogli, sarebbero rimasti a loro volta uccisi nell’esplosione.
L’uso del condizionale è d’obbligo, visto che non si ha ancora la certezza dell’identità. “Qualcosa di molto grande è appena accaduto!” ha annunciato il presidente americano Donald Trump dal suo profilo twitter nella serata ieri, quando in Italia era notte fonda.
La lunga caccia
Da cinque anni i servizi di sicurezza statunitensi, ma anche iracheni, siriani ed iraniani, davano la caccia ad al Baghdadi. Con alterne fortune: più volte il leader dell’Isis, nato a Samarra (Iraq) nel 1971, era stato individuato anche se mai l’intervento si era dimostrato risolutivo.
Nel maggio del 2017 venne gravemente ferito nel corso di un bombardamento aereo a Raqqa che lo costrinse ad abbandonare la guida dell’Isis per qualche mese. Proprio in quell’occasione il ministero della Difesa della Russia annunciò la sua morte, poi smentita.
La sua ultima apparizione in pubblico risale ad un video diffuso nell’aprile di quest’anno. Pur essendo uno dei terroristi più ricercati al mondo, con una taglia di 25 milioni di dollari sulla sua testa, oggi lo Stato Islamico non è più la potenza di qualche anno fa quando controllava oltre metà della Siria e l’intero nord dell’Iraq, un’area di 90mila km quadrati nel quale vivevano 8 milioni di persone. Ridotto al lumicino e stretto dalle offensive condotte da Damasco e Baghdad, sotto le sue grinfie rimangono ormai solo piccole porzioni di territorio.
Nicola Mattei
3 comments
Certo, gli crediamo sulla fiducia! Gli USA vogliono passare per liberatori della Siria.
Ma per favore…
Toh! Che strano proprio nel momento in cui per gli yankees sarebbe meglio far dimenticare la discutibile vicenda Turchia-curdi siriani, scovano ed eliminano il leader dell’Isis. Tempismo perfetto direi…
Proprio come quando hanno trovato ed eliminato il loro ex “alleato ” Bin Laden, che viveva tranquillamente in un complesso protetto presso i loro alleati del Pakistan…
Attendiamo magari qualche prova di imprevisti legami con l’Iran?
[…] Si tratta di una zona molto vicino al confine con la Turchia, costellata da diversi campi profughi. Quello di oggi è senza alcun dubbio il raid Usa più significativo dall’ottobre 2019, quando l’ex presidente Donald Trump annunciò l’uccisione del del sedicente califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi. […]