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Storia del Front national / 6 – La primavera francese e il futuro del Fn

by La Redazione
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Veilleurs debout contro i matrimoni gay

Veilleurs debout contro i matrimoni gay

Parigi, 3 dic – L’impressione generale è che il bello debba ancora venire. Ma è tutto il popolo francese, del resto, che sembra nel pieno di un certo risveglio. Gran parte del merito è anche di Hollande, presidente politicamente e finanche fisicamente inadatto al compito ma allo stesso tempo artefice di un governo di raro fanatismo antinazionale. Un sondaggio condotto da Bva a fine ottobre indicava che il 72% dei francesi vuole riformare la legge attualmente in vigore sull’acquisizione automatica della cittadinanza per i bambini nati in Francia da genitori stranieri e che il 54% della popolazione pensa che in Francia ci siano troppi immigrati. Addirittura il 47% degli elettori di sinistra sembra siano favorevoli a un cambiamento. La legge Taubira sui matrimoni (e le adozioni) per le coppie omosessuali ha scatenato una lunga, intensa e creativa protesta, che è riuscita ad essere radicale senza diventare marginale, inventando nuove modalità di protesta e ridando speranza a tutti i français de souche. Negli stessi giorni, la morte volontaria di Dominique Venner, concepita esplicitamente come “atto fondativo”, sembra aver riattivato una serie di energie intellettuali che parevano in parte sopite. Per ultimo, infine, è venuto il movimento dei Bonnets Rouges, che ha dato voce alla ribellione fiscale del popolo bretone.

France's far right National Front political party leader Marine Le Pen waves on stage during her speech in front of the Opera following the National Front's annual May Day rally in ParisIl Front national, in senso stretto, non ha grossi meriti nella nascita di nessuno di questi fenomeni (i berretti rossi, anzi, hanno chiaramente preso le distanze dai Le Pen). E tuttavia, la fiamma blu-bianco-rossa ha saputo imporsi come centro di gravita elettorale di tutti i francesi, un vero e proprio sindacato etnico, la cui funzione storica, oggi, quasi prescinde dalle stesse scelte del partito. Il Fn, grazie forse anche alla demonizzazione di cui è stato oggetto per anni, esprime una funzione antagonista oggettiva che è irriducibile a ogni dédiabolisation.

E infatti il Front National vola nei sondaggi. Il periodico barometro TNS Sofres sul gradimento dei politici segnalava un paio di mesi fa che Marine Le Pen sarebbe al terzo posto (ex aequo con Fillon, Juppe e Lagarde) dietro Valls e Sarkozy. Il 33% dei francesi, infatti, auspica che Marine “abbia un ruolo importante nei mesi a venire”. Lo stesso sondaggio, un anno fa, la dava al 28% e al quattordicesimo posto. Non solo: il suo è il valore che è cresciuto di più rispetto all’intera classe politica francese. Inoltre la Le Pen guadagna consensi sia rispetto ai simpatizzanti di sinistra (+2) che a quelli di destra (+1). Nello stesso periodo un sondaggio dell’istituto Bva ha evidenziato che in caso di presidenziali i simpatizzanti dell’Ump, qualora dovessero scegliere al secondo turno fra il candidato del Ps e quello dell’Fn, nel 63% dei casi voterebbero per quest’ultimo. Secondo un altro sondaggio, stavolta realizzato da CSA per l’emittente BMFTV, per quasi un francese su due (46%) è Marine l’oppositore più credibile al presidente Hollande e al suo Primo ministro Jean-Marc Ayrault. In 77 comuni con più di 4000 abitanti il Fn supera già il 40%, con qualche punta oltre il 60%.

FNJ-copie-1Fra i giovani, il partito spopola. Secondo i dati diffusi dall’Unione degli studenti ebrei di Francia (Uejf), il 42% dei francesi oggi “non esclude”, alle municipali, di votare per il Fn se si presenterà l’occasione. Dato che si ottiene sommando il 18% che lo voterà “certamente” e il 24% che “forse” potrebbe farlo. Nella fascia d’età 18-24, tuttavia, la somma di elettori certi e potenziali dà il 55% del totale. E se il 69% degli intervistati dichiara che modificherebbe il suo voto ascoltando frasi razziste o antisemita da un candidato, un consistente 30% dichiara che lo voterebbe in ogni caso. Geograficamente, l’elettorato frontista è più conservatore al sud e più operaio al nord. Nel nord-est, il 50% è di estrazione operaia o impiegatizia, al sud questa fascia sociale rappresenta il 36%. Se tutti sono stufi delle politiche immigratorie lassiste e delle violenze nelle periferie, i frontisti del sud sembrano più lepenisti tradizionali, più poujadisti: il 60% di loro ritiene che le tasse per i ricchi siano troppo alte contro il 37% degli elettori del nord.

Alain Delon e Jean-Marie Le Pen

Alain Delon e Jean-Marie Le Pen

Marine Le Pen, intanto, cerca di radicarsi nella società civile. Nascono strutture parallele di liberi professionisti, si crea una rete economica e culturale di sostegno. Arrivano, anche, gli endorsement dei vip, sull’illustre ma, all’epoca, isolato precedente di Autant-Lara. Oggi raggiungono il Fn – come semplici sostenitori o anche come candidati – il mito vivente Alain Delon, un avvocato molto noto in Francia, con un passato nel Partito socialista, come Gilbert Collard, uno dei più noti comici e imitatori francesi come Jean Roucas, o anche Jean-François Belmondo, nipote di Jean-Paul, l’altro sex symbol del cinema francese di qualche anno fa, insieme appunto ad Alain Delon.

 

Le aperture, tuttavia, costano un tributo pesante in termini di ricerca della presentabilità. È in questa ottica che Marine ha recentemente chiesto al padre e a Gollnisch di lasciare l’Alleanza europea dei movimenti nazionali (Aemn) in cui figurano lo Jobbik ungherese e il Bnp inglese. Meglio orientarsi verso l’Alleanza europea per la libertà (Eaf) in cui figura l’Fpö austriaco e il Vlaams Belang fiammingo. Particolarmente inelegante la recente presa di distanza da Alba Dorata, durante un’intervista al Messaggero: “Alba Dorata è neonazista e non ha niente a che vedere col Front National; noi non andiamo contro le regole della democrazia. In Grecia hanno lasciato mano libera ad Alba Dorata per esercitare un po’ di pressione sull’Europa. Tipo: vedete cosa succede se non ci date una mano?”. Al di là di ogni considerazione etica, la direzione indicata da tali parole è piuttosto scivolosa e implica un processo di normalizzazione che alla lunga potrebbe rivelarsi pericolosa. Tenere insieme radicalità e affidabilità sarà la sfida di domani da cui dipenderà il futuro del Front national.

Adriano Scianca

I primi cinque capitoli sono leggibili  quiquiqui, qui e qui 

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