Il giudice sportivo ha infatti sanzionato la Juventus con un’ammenda di 5000 euro per gli insulti che la curva di ragazzini ha indirizzato a Zeljko Brkic, portiere dell’Udinese, nel match di domenica pomeriggio. Alcuni bambini, nel corso della sfida, hanno accompagnato con un insulto (“merda”) i rinvii del portiere friulano. Come si legge nella nota l’ammenda “alla società Juventus per avere suoi (giovanissimi…) sostenitori rivolto ripetutamente ad un calciatore della squadra avversaria un coro ingiurioso”.
Il coro, peraltro, viene tradizionalmente fatto dalla curva juventina e da altre curve in tutte le domeniche, senza aver mai attirato l’attenzione del giudice sportivo. Ora subentra quest’altra novità. Da oggi, quindi, anche “merda” sarà una parola proibita negli stadi. O forse la punizione riguarda solo i bambini che, proprio perché tali, non possono permettersi neanche qualche parolaccia innocente?
Se non fosse per il carattere irrisorio della multa comminata a una società milionaria potremmo tranquillamente affermare che almeno nel calcio ogni concetto normale di diritto può dirsi scomparso. In sua sostituzione abbiamo da una parte l’affastellarsi caotico e disordinato di regole, divieti, proibizioni, dall’altra l’estinzione di ogni idea di oggettività, equità, imparzialità. Ciò che è lecito oggi può non esserlo domani e tornare a esserlo dopodomani. Ciò che è possibile a Roma può non esserlo a Milano. Poi dice che uno si butta con gli ultras…
Adriano Scianca