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Sudafrica: stuprarono e uccisero a sassate una studentessa bianca. A processo 4 neri

by Lorenzo Zuppini
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Città del Capo, 19 ott – In Sudafrica è cominciato il processo nei confronti degli assassini di Hanna Cornelius, una giovane donna di 21 anni rapita, stuprata, e infine uccisa a sassate da quattro uomini appartenenti a una gang locale. L’assassinio risale al maggio 2017, ma la vicenda è tornata a far parlare di sé in Sudafrica per via del processo che si sta svolgendo in questi giorni.
La vicenda di Hanna Cornelius torna a riaccendere un faro sul razzismo “al contrario” presente in Sudafrica. Hanna, infatti, era una donna bianca. I suoi assassini neri. Questi i fatti: Hanna aveva dato un passaggio a casa al suo compagno di studi Cheslin Marsh con la sua auto, quando davanti all’appartamento del giovane improvvisamente un gruppo di quattro uomini si è precipitato verso il veicolo e ha cominciato a insultare l’amico di Hanna, anche lui di pelle bianca. La ragazza si è fermata e ha cercato di aiutare Cheslin, ma questo gesto ha irritato i quattro che hanno sequestrato i due giovani e li hanno portati in campagna. Lì hanno scatenato la loro rabbia e la loro violenza, malmenando i due, stuprando per ore a turno la ragazza e lapidandola. Il ragazzo è sopravvissuto perché i quattro lo hanno lasciato agonizzante a terra credendolo morto. Solo quando è riuscito a riprendersi Cheslin ha potuto chiamare i soccorsi e la polizia, che di lì a poco ha arrestato i quattro uomini, tutti tra i 27 e i 30 anni.
A loro carico è stato avviato un processo. Vernon Witbooi, Geraldo Parsons, Eben van Niekerk e Nashville Julius, questi i loro nomi, erano presenti in aula quando il patologo forense ha raccontato i dettagli dell’omicidio di Hanna, emersi dall’autopsia. Fatali per lei le gravi ferite alla testa che le sono state inferte dalle sassate. In particolare il patologo ha dichiarato che una grossa pietra è stata scagliata con violenza contro la testa di Hanna, fracassandole il cranio e facendole uscire il cervello. E poi le ferite alle parti intime, segno di uno stupro brutale riguardo al quale il giudice ha preferito non scendere nei dettagli. Ci sarebbe però un altro uomo, ancora a piede livero e sconosciuto alle forze dell’ordine, coinvolto nel delitto. Il suo Dna è stato rinvenuto, insieme a quello degli altri della gang, sui preservativi usati nel luogo in cui Hannah Cornelius è stata violentata prima di essere uccisa.
Anna Pedri

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1 commento

Raffo 19 Ottobre 2018 - 9:48

Negroidi analfabeti tribali ed ignobili,bastardi vigliacchi e codardi, diciotto schifosi mesi per cominciare a processarli……….notizia ovviamente dimenticata da skypd24 e dalle deiezioni comunistoidi varie………..i piddini sono impegnati a raccontare cazzate farlocche e a pulire il salotto di soros………traditori vergognosi,così come in Sudafrica sta avvenendo il tradimento e lo scempio della razza bianca,con morti , stupri e fattorie messe a ferro e fuoco………..coltiveranno banane e noccioline.

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