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Svezia, il suicidio di un popolo: “Entro 45 anni gli svedesi una minoranza nel proprio Paese”

by Cristina Gauri
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Roma, 21 apr — Con gli attuali ritmi migratori, entro 45 anni gli svedesi sono condannati a diventare una minoranza all’interno del loro stesso Paese. Lo annuncia un ricercatore finlandese, Kyösti Tarvainen, professore associato emerito di analisi dei sistemi presso l’Università Aalto di Helsinki.

Un terzo degli svedesi attuali ha origine straniera

Attualmente più di un terzo di tutti i residenti in Svezia ha origine straniera. Un numero in crescita costante, favorito dalla continua immigrazione e dal tasso di fertilità degli autoctoni in picchiata vertiginosa, contrapposto alle cifre da capogiro riferite alla natalità allogena. Utilizzando il metodo demografico standard — il cosiddetto metodo della componente di coorte — Tarvainen ha concluso che, con l’immigrazione invariata, gli svedesi saranno in inferiorità numerica entro il 2065. Un cambiamento che determinerà profondi sconvolgimenti sociali in seno al continente europeo, dal momento che la stragrande maggioranza degli immigrati attualmente residenti in Svezia è di fede islamica.

Enormi sconvolgimenti sociali 

A tratteggiare la portata del fenomeno è ancora Tarvainen. «Il parlamento svedese ha deciso all’unanimità nel 1975 che la Svezia è un Paese multiculturale. In quegli anni, più del 40% degli immigrati erano miei connazionali, finlandesi — spiega —. La situazione è cambiata: nel 2019, l‘88% degli immigrati erano non-occidentali, di cui il 52% musulmani. Pertanto, si è verificato un enorme cambiamento culturale nella popolazione straniera, poiché il suo gruppo più numeroso è passato dall’essere di nazionalità finlandese all’essere di religione musulmana».

Le aree di esclusione nelle città svedesi

Secondo Tarvainen, la differenza tra gli immigrati di origine finlandese e gli allogeni di fede islamica risiede nel fatto che i primi si sono integrati più rapidamente nella società svedese. Oggigiorno, un’ampia percentuale di stranieri non vuole o non riesce a integrarsi con successo, creando enclave all’interno delle città svedesi. Si tratta di «sacche etniche» denominate «aree di esclusione» o no go-zones, delle vere e proprie società parallele a quella principale con una mentalità e uno stile di vita che minano la sicurezza dei cittadini e la coesione sociale. Non solo: se e quando l’etnia svedese diventerà una minoranza, il ritmo del cambiamento demografico è destinato ad aumentare vertiginosamente perché, a quel punto, la maggioranza dei «nuovi svedesi» — che presumibilmente governerà la Svezia — faciliterà ulteriormente le politiche migratorie.

Ai calcoli di Tarvainen si aggiungono le considerazioni di Tobias Hübinette, esperto di multiculturalismo e ricercatore all’Università di Karlstad, autodefinitosi «attivista antirazzista». Secondo Hübinette il 33,5% di tutti i residenti Svedesi ha almeno un parente straniero. Uno su tre. Nel 2020, il 99% dell’aumento della popolazione proveniva proprio da questo 33,5%.

Cristina Gauri

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mario1232016 21 Aprile 2021 - 6:34

In Svezia, secondo me, hanno fatto anche un errore. In passato hanno pompato troppo il nazifem estremo(diverso dal femminismo di altre epoche) insieme al politically correct, a tal punto che il maschio etero locale è stato indebolito, disincentivato, colpevolizzato. Al contrario il maschio afro-islamico ha preso sempre più potere. Fanno più figli… Aumentano di numero. Oltre alle leggi sull’immigrazione, credo che anche questo abbia influito molto.
Hanno fatto persino una serie tv su Netflix.. ambientata nel nord Europa, nella quale, il maschio locale, rigorosamente bianco con occhi azzurri, descritto come un bambolotto timido, veniva mandato da una donna fuori con un immigrato per fargli ricordare cosa significa essere “uomo”. Farlo giocare a carte nei bar.. farlo confrontare con altri uomini forti, insomma provare a renderlo più “sicuro di se”. ( Insomma oltre il danno la beffa).
Questo per dare l’idea.. di che livelli, in casi selezionati, si possano raggiungere.
Anche in alcune zone olandesi(di Rotterdam), un maschio occidentale bianco, addirittura passeggiando la sera, può rischiare di essere fermato. Possono cercare di derubarti come se fossi un debole o un turista. Peccato che magari beccano male.. la seconda volta non ci riprovano e si girano dall’altra parte. Ma l’idea che hanno alcuni è un pochino quella.. Visto che sono quartieri a maggioranza “non bianca”, dominano persone di origini orientali e medio orientali in questi quartieri(ristoranti, telephone center, locali, è quasi tutto loro..). Molti di questi, per motivi storici, hanno anche la cittadinanza olandese.. ma non entro su questo…. sarebbe off-topic visto che parliamo di Svezia.

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Eva Basile 23 Aprile 2021 - 9:13

Se gli svedesi da generazioni non figliano e comunque c’è bisogno di manodopera una soluzione va trovata.
A meno che qualcuno pensi di imporre per legge ai bianchi di far 4 figli e pensi di sterilizzare i non bianchi, l’evoluzione naturale è la fusione fra comunità preesistenti e nuovi cittadini.
È scritto che il 35% della cittadinanza ha un parente straniero? Ok, ma lo stile di vita di uno svedese di origini iraniane potrebbe essere molto più vicino a quello di uno svedese di origini finlandesi di quanto possa esser simile a chi vive a Teheran

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