
Un “affronto” certamente non casuale, considerato che lo spirito indomito del Giappone , e l’approccio certamente diverso rispetto a quello degli sconfitti europei della seconda guerra mondiale, appare rafforzato sotto la guida di Shinzo Abe. Già lo scorso dicembre il leader giapponese aveva indispettito Cina, Corea del Sud e Stati Uniti, proprio visitando lo stesso santuario, dedicato alla pace nazionale e alle anime di soldati e coloro che morirono combattendo al servizio dell’Imperatore.
Il santuario scintoista situato nel cuore della capitale Tokyo onora infatti le anime di 2,5 milioni di soldati morti per il Giappone. Tra questi, furono registrati nel 1978 anche i nomi di 14 “criminali” di guerra condannati nell’elenco dei caduti celebrati. E tra questi figura anche il nome del generale Hideki Tojo, primo ministro giapponese durante l’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941.
Uno schiaffo in piena regola quindi per Obama, oltre che per coreani e cinesi.