Roma, 4 apr – Tutti gli occhi degli Stati Uniti sono puntati su New York. Oggi è il giorno in cui Donald Trump, nella Grande Mela, potrebbe essere condannato. Primo presidente Usa della storia ad essere incriminato penalmente, con l’udienza fissata per le 14.15 locali (le 20.15 in Italia). Il motivo è ormai arcinoto e ruota attorno al caso della pornostar Stormy Daniels, a cui il tycoon avrebbe sborsato 130mila dollari durante la campagna per le presidenziali del 2016 affinché non raccontasse la sua relazione con lui, risalente a dieci anni prima. I capi di accusa che pendono sulla testa di Trump sono ben 34, tra questi la falsificazione di documenti aziendali. Per questi, in linea di principio, potrebbe essere formalmente arrestato. Il condizionale è però più che d’obbligo, perché verosimilmente Trump non finirà in carcere. Di sicuro non sarà ammanettato, né gli verranno scattate le classiche foto segnaletiche. La procedura non lo prevede in questi casi. E’ l’unica buona notizia per chi teme l’esaltazione dell’ex presidente Usa, perché i suoi sostenitori non potranno usare questo materiale per fare di Trump un simbolo, ancor più di quanto per loro non lo sia già.
Cosa rischia l’ex presidente Usa
L’ex presidente americano rischia da una “semplice” ammenda a un massimo di quattro anni di carcere. In ogni caso è del tutto improbabile che Trump finisca dietro le sbarre perché senza precedenti penali la prigione non è contemplata in questi casi. Intanto il tycoon è volato a New York, lasciando in aereo il suo resort di Mar-a-Lago, in Florida. E direttamente dall’aereo non ha perso tempo per tuonare contro i giudici e Biden: “Quando esamineranno i documenti di Biden?… Io ho seguito il Presidential Records Act, lui no. Lui ha ostacolato, io no. Il procuratore Jack Smith, che odia Trump e che è un pazzo, dovrebbe dire ”PRENDETE BIDEN!”, ha scritto sul suo social Truth.
Primo effetto? Trump già “incassato” 7 milioni di dollari
In attesa della sentenza attesa per oggi, la campagna elettorale dell’ex presidente Usa fa sapere di aver incassato la bellezza di 7 milioni di dollari in appena 72 ore, ovvero nei tre giorni successivi alla notifica dell’incriminazione. “Sondaggio dopo sondaggio si mostra che questa persecuzione politica da parte del procuratore distrettuale di Manhattan ha suscitato un enorme sostegno al presidente Trump”, ha detto il portavoce della campagna del tycoon, Steven Cheung. “La campagna 2024 dell’ex presidente Donald Trump ha raccolto 7 milioni di dollari nei giorni successivi alla sua incriminazione a Manhattan”, ha precisato ieri Jason Miller, uno dei principali collaboratori del tycoon. Secondo Miller si tratta di una cifra “record” raggiunta in così poco tempo.
Eugenio Palazzini
4 comments
Il piano criminale sionista, che passo dopo passo sta conquistando il potere, è evidente. Tuttavia, il consenso generale (mondiale) sta diventando più chiaro giorno dopo giorno e mostra che l’umanità si sta rendendo conto che la setta criminale di Soros, Bill Gates, Zuckerberg & Co. sta preparando il grande colpo da più di settant’anni, che però sarà un boomerang contro se stessa. Finalmente !
[…] Trump in carcere? Improbabile. E in tre giorni ha già “incassato” 7 milioni di dollari […]
https://mazzoninews.com/2023/04/04/trump-e-la-fine-della-prima-repubblica-parte-1-mn-207/
[…] Trump in carcere? Improbabile. E in tre giorni ha già “incassato”… […]