Roma, 9 gen – Silenziato per sempre da Twitter, Trump si sposta sul social Parler; ma Google gli rompe le uova nel paniere, eliminando l’app dallo store digitale.
La cancellazione del profilo ufficiale di Donald Trump da parte di Twitter rappresenta un’ulteriore, inaccettabile tappa nel percorso di allargamento delle maglie censorie e dello strapotere delle piattaforme digitali – perché, non lo si dimentichi, fino al 20 Gennaio 2020, Trump è e rimarrà il Presidente degli Stati Uniti in carica. Ma, non è l’unica: altra conseguenza di peso, Twitter ha proceduto alla sistematica cancellazione dei sostenitori di Trump dalla propria piattaforma, sempre sulla base del presupposto, apodittico, dell’incitamento all’odio. La cosa non è andata giù comprensibilmente a migliaia di persone che si sono viste cancellare il proprio profilo per il semplice fatto di sostenere il Presidente degli USA, e senza che possa darsi alcuna correlazione tra ogni singolo profilo e i fatti di Capitol Hill.
Trump e follower si spostano su Parler…
La cancellazione di massa ha determinato una prevedibile migrazione degli utenti i quali hanno deciso di spostarsi presso lidi digitali più accoglienti e liberi, nel caso di specie il social di micro-blogging Parler: inutile dire che a questo punto, è iniziata subito la narrazione che dipinge e vuole Parler come un forum di neonazisti e suprematisti bianchi, replicando quanto già avvenuto con Reddit, 4-Chan e Vk.
E Google cancella Parler dallo store
E’ a questo punto che avviene qualcosa che assomma incredibile a inaudito: non paghi di aver censurato il presidente degli USA, i giganti del digitale, Google nel caso di specie, eliminano dai loro store digitali la possibilità di effettuare il download di Parler, facendola scomparire dall’orizzonte del sistema operativo Android.
Senza censura a Trump Parler non sarà disponibile su Google
Dal quartiere generale di Google, a Mountain View spiegano e giustificano la decisione con il «pericolo» di messaggi d’odio su Parler, ritenendo che la app potrà tornare disponibile sullo store digitale solo quando la piattaforma avrà adottato un robusto codice di regolazione interna dei messaggi. Come dire, iniziate a censurare anche voi e potrete tornare nel nostro store. Non è una mera interpretazione: spiegano infatti dalle parti di Google: «sappiamo che i messaggi che incitano alla violenza in corso negli Stati Uniti continuano a comparire su Parler» arrivando quindi, testuale, a chiedere una «moderazione robusta per contenuti estremi».
Anche Apple inizia a pensarci
Non va meglio per gli utilizzatori del sistema operativo iOS, dal momento che la stessa Apple sembrerebbe aver rivolto un autentico ultimatum a Parler; o eliminerà i messaggi di odio (leggasi spesso: di sostegno a Trump) nell’arco temporale di 24 ore oppure scomparirà anche dall’App Store della Apple.
Cristina Gauri
5 comments
1984 è qui!!!
io non prendo per niente bene,le censure…da qualunque parte provengano:
da questa ultima sparata ho eliminato google dai miei motori di ricerca,
(da adesso in avanti,qwant)
e dopo aver chiuso il mio profilo facebook ancora 15 anni fa,
ho appena scaricato wechat e signal:
pochi giorni di sperimentazione per sapere cosa è meglio,
e poi anche wathsapp finisce nel cestino.
ed è ancora poco,per come la vedo io:
perchè se dal vivo mi tappano la bocca a forza,
finisce a botte ALL’ISTANTE.
Seguo anch’io jenablindata come altre migliaia come noi. Guerra sia (per ora purtroppo solo digitale ma spero civile quanto prima) e passaggio a Vk telegram e Signal più che la cinese wechat….
Pagherete caro pagherete tutto!!!
wechat, così si fa spiare dai comunisti cinesi, complimenti…
diamo una mossa intanto che abbiamo ancora un po’ di libertà di parola