Quello che interessa a Trump è dire basta al flusso di denaro verso i militari, accusati di alimentare la repressione. Ma i militari, a Cuba, sono anche proprietari di grandi catene alberghiere e sono l’operatore principale in campo turistico, su cui L’Avana punta per rilanciare la stagnante economia cubana, che risente non poco della crisi in Venezuela. È l’agenzia turistica Gaviota, che fa capo ai militari, a detenere la proprietà dell’hotel pluristellato recentemente aperto sull’isola all’interno del Manzana de Gomez Mall, il primo centro commerciale di lusso di Cuba. Agli americani che si recheranno a Cuba, infatti, sarà vietato soggiornare negli alberghi e mangiare nei ristoranti gestiti dal Governo.
In caso di transazioni finanziarie verso queste realtà il Dipartimento del Tesoro è autorizzato a chiedere giustificazioni fino a cinque anni dopo il soggiorno. Non solo: chiunque organizzerà un viaggio sull’isola sarà tenuto a presentare un programma minuzioso che indichi le attività previste per «incontri con il popolo cubano, sostegno alla società civile e promozione dell’indipendenza dei cubani dalle autorità». In luogo degli albergoni di lusso dei militari, si consiglia di alloggiare in pensioni e affittacamere gestiti da gente del posto, e di mangiare in trattorie tipiche.
Insomma, Trump si preoccupa della libertà del popolo cubano. Nella bozza del discorso, pubblicata da Politico, Trump afferma: “La politica della mia Amministrazione sarà guidata dalla tutela degli interessi nazionali e dalla solidarietà verso il popolo cubano”. E ancora: “cercherò di promuovere un Paese stabile, libero e prospero per il popolo cubano. A questo fine dobbiamo assicurarci che i fondi americani non finiscano ad un regime che non rispetta neanche le più elementari basi di una società libera e giusta”.
Lo stop a queste restrizioni, che ancora non si sa quando entreranno in vigore, potrebbe essere revocato nel momento in cui Cuba libererà i prigionieri politici e indirà libere elezioni democratiche. È difficile non pensare che le restrizioni verso il flusso di denaro verso le realtà gestite dai militari non vada a influire sul turismo. Trump sembra abbia deciso le restrizioni anche per non deludere la componente anti-castrista, capeggiata dal senatore Marco Rubio, che non poco ha contribuito alla sua elezione alla Casa Bianca. E in tempi così difficili per la presidenza Trump questo può rappresentare una boccata d’ossigeno.
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Trump dovrebbe preoccuparsi degli emirati arabi invece di vendergli armi! Gli USA continuano a foraggiare i creatori dell’ Isis. Cuba ,con le sue imperfezioni, è pur sempre un governo di cultura occidentale che troverà la sua naturale maturazione! Non necessita certo del ”genio” di Trump!
I Cubani sono un popolo con un forte senso nazionale e sociale non si spaventeranno o tradiranno la loro identità nazionale-sociale per lo svolazzar di capell e minacce di trump!!!
Sono d’accordissimo con Tony. Trovo però una cosa buona il soggiornare nelle pensioncine e nelle trattorie gestite dai locali.