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Tse Chi Lop, un boss (quasi) inafferrabile. Chi è “El Chapo” cinese arrestato in Olanda

by Eugenio Palazzini
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El Chapo, asiatico

Roma, 25 gen – Tse Chi Lop, celebre come “El Chapo asiatico”, è stato arrestato ieri in Olanda. E’ stato bloccato all’aeroporto di Amsterdam Schiphol poco prima di imbarcarsi su un volo diretto in Canada. All’operazione hanno partecipato i servizi segreti di oltre 20 nazioni. “Era già nella lista dei più ricercati ed è stato arrestato sulla base delle informazioni di intelligence che abbiamo ricevuto”, ha dichiarato un portavoce della polizia olandese che si è mossa per conto dell’Interpol su un mandato di arresto internazionale emesso nel 2019. Ma chi è questo misterioso e potentissimo boss della droga?

L’impero de “El Chapo” cinese

Cinese, naturalizzato canadese, il 56enne Tse Chi Lop è a capo di uno dei più grandi cartelli della droga – un impero da circa 70 miliardi di dollari frutto del traffico illegale di stupefacenti – di tutta l’Asia. Come tale era anche, fino a ieri, uno degli uomini più ricercati al mondo. Da dieci anni le forze dell’ordine australiane gli davano la caccia e ora il governo di Canberra ne chiederà l’estradizione ai Paesi Bassi. D’altronde secondo l’Australian Federal Police (AFP), “El Chapo asiatico” è responsabile del 70% delle droghe che entrano e dunque circolano nel Paese.

Negli ultimi anni il “re della droga” si era spostato tra Maca0, Taiwan e Hong Kong, ma era sempre sfuggito alla cattura. Tse Chi Lop è alla guida di un’organizzazione criminale denominata The Company o Sam Gor – che in cantonese significa “Fratello numero tre” – legata a cinque Triadi cinesi e specializzata in particolare nell’esportazione di metanfetamine e ketamina dal Sudest asiatico all’Australia. Stando alle stime dell’Unodoc, l’agenzia Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, soltanto nel 2018 il boss cinese ha guadagnato tra gli 8 e i 17,7 miliardi di dollari. “E’ la versione asiatica del suo “collega” messicano e del colombiano Pablo Escobar”, ha detto Jeremy Douglas, direttore Unodoc per l’Asia orientale.

Un boss nel centro globale delle droghe sintetiche: il Myanmar

La sua storia criminale ha inizio nella provincia cinese di Guadgong, quando un gruppo di Guardie Rosse – dopo la fine ingloriosa della Rivoluzione culturale maoista – formò una banda denominata Grande Cerchio. Tse Chi Lop vi aderì, per poi rifugiarsi in Canada nel 1988. Nella nazione nordamericana ottenne la cittadinanza, ma era già diventato un trafficante di eroina di livello internazionale. Dieci anni dopo, nel 1998, venne arrestato a New York, ma nonostante sulla sua testa pendesse una condanna all’ergastolo riuscì a cavarsela con appena 9 anni di carcere in Ohio. Nel 2006 fece ritorno in Canada, riprendendo tranquillamente la sua attività criminale.

Estremamente discreto e astuto, è riuscito nell’ultimo decennio ad ampliare i suoi traffici grazie soprattutto all’esportazione di metanfetamine dal Myanmar. Nel 2016 venne fermato proprio all’aeroporto di Yangon. La polizia gli trovò addosso due pacchi di ketamina e un indirizzo di un appartamento nella capitale birmana. Lì le forze dell’ordine trovarono 622 chilogrammi di ketamina, mentre al molo di Yangon fu scovata una tonnellata di cristalli di metanfetamina. Ma dal Myanmar, centro globale della produzione di droghe sintetiche, “El chapo asiatico” riuscì “casualmente” a fuggire quasi indisturbato, facendo perdere le sue tracce. Fino a ieri.

Eugenio Palazzini

 

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1 commento

Fabio Crociato 26 Gennaio 2021 - 1:58

Merita una bella overdose dei beni che tratta. E così anche tutti i suoi compari, infami come lui.

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