Roma, 15 set – In Turchia i giornali filo-governativi cantano lodi all’ispiratore di Al Qaeda? Sembrerebbe di sì a giudicare da una foto che circola in rete e che riprende un articolo del Daily Sabah, considerato particolarmente vicino a Recep Tayyip Erdogan, dal titolo “Sayyid Qutb e la disillusione verso il secolarismo occidentale”. Dell’articolo c’è traccia anche in rete: Google ha ancora il pezzo indicizzato in data 8 settembre. Cliccandoci sopra, però, si viene rimandati all’home page del quotidiano. Chiedendo al motore di ricerca interno, alla voce Qutb, non c’è traccia di questo articolo, che quindi è stato rimosso. Perché? Chi ha ritenuto che un elogio a Qutb fosse inopportuno in un giornale che viene ritenuto nulla di più che un megafono del governo? Porsi queste domande significa chiedersi innanzitutto chi è questo intellettuale.
Nato il 9 ottobre 1906 a Musha, un villaggio situato nella parte centrale dell’Egitto, dopo aver imparato a memoria il Corano già da giovanissimo, studia all’università di Dar Al Ulum, in cui aveva studiato tra il 1923 e il 1926 anche Al Hasan Al Banna, fondatore poco più tardi del movimento dei Fratelli Musulmani. Nel novembre 1948 si reca negli Stati Uniti in una sorta di esilio, a causa delle sue idee divenute scomode in patria. La sua permanenza in America lo porta a sviluppare una critica feroce del “corrotto” sistema culturale occidentale e a superare le sue posizioni iniziali improntate a un nazionalismo laico. Tornato in Egitto, entra a far parte del movimento dei Fratelli Musulmani, del quale diventerà uno dei massimi esponenti e ideologi. Nel 1952 collabora al colpo di Stato di Nasser, col quale però rompe presto a causa dell’indirizzo laico del suo governo. I Fratelli Musulmani vengono sciolti e Qutb incarcerato. Durante gli anni di prigionia egli scrive due opere molto significative: All’ombra del Corano, un commentario coranico alla luce della sua ideologia e Pietre miliari, opera fondamentale per la storia del fondamentalismo islamico. Nella sua ottica tutte le società dell’epoca, comprese quelle musulmane, vanno considerate “pre-islamiche”, ovvero immerse ancora nell’ignoranza, in attesa della realizzazione del vero islam. Qutb viene giustiziato il 29 agosto 1966 tramite impiccagione.
Benché la sua influenza si estenda talora anche al mondo sciita (Ali Khamenei, guida suprema iraniana, ha tradotto la sua opera in persiano), lo scrittore è oggi considerato soprattutto l’ispiratore dell’islamismo sunnita. “È il loro Karl Marx”, ha scritto il New York Times. Oltre all’ambiente dei Fratelli Musulmani, che egli, come abbiamo detto, frequentò in prima persona, la sua influenza è stata considerevole anche su Al Qaeda, per il tramite del fratello Muhammad Qutb, trasferitosi in Arabia Saudita dopo la sua liberazione dall’Egitto e diventato professore di studi islamici all’università King Abdul Aziz alla Mecca. È lui l’autore dell’introduzione di All’ombra del Corano. Uno dei suoi studenti fu Ayman Zawahiri, che più tardi diventerà mentore di Osama Bin Laden e un membro principale di Al Qaeda. Zawahiri ha reso omaggio a Qutb nel suo lavorano I Cavalieri sotto la bandiera del Profeta. Anche Bin Laden stesso, del resto, sarebbe stato uno studente di Muhammad Qutb. All’ombra del Corano è stato tradotto in inglese negli anni ’70 e pubblicato dall’Assemblea della Gioventù Musulmana, un’organizzazione successivamente sospettata essere legata al terrorismo e la cui sede di Washington è stata gestita da un fratello di Bin Laden.
Ecco, quindi, chi sono gli studenti prediletti dell’uomo che i giornali governativi turchi oggi celebrano, salvo poi censurarne le tracce in rete. Del resto la visione della politica e dell’islam che Erdogan fa propria sembra derivare in linea diretta da Qutb. Fra il suo partito e i Fratelli Musulmani c’è quasi una identificazione. Ma, almeno verso l’esterno, è importante che si mantenga una parvenza di flessibilità e moderazione. Ecco perché appare sconveniente che elogi a teorici estremisti appaiano sui giornali in lingua inglese riconducibili al Sultano.
Giorgio Nigra
2 comments
i turchi da sempre sono infidi
…università… studenti….ma di cosa, di che? Università delle bubbole e studenti dei carciofi!