I primi “scambi” sono cominciati oggi, con 136 clandestini che da Lesbo sono stati fatti rientrare sulle coste turche. Altri 66 hanno seguito lo stesso destino sull’isola di Chio. Sono circa 4mila gli irregolari presenti sulle isole greche dal 20 marzo, quando l’accordo venne siglato. Dall’altra parte, invece, è arrivato ad Hannover il primo aereo con 16 siriani a bordo, i quali troveranno asilo in Germania.
L’accordo presenta più di qualche punto controverso e sui quali è lecito nutrire dubbi. A partire dalla generosa donazione ad Ankara: la Turchia è uno Stato sovrano, con un esercito secondo nella Nato solo a quello degli Usa, e non riesce a gestire i propri confini? Da qui il sospetto che in realtà la massa di profughi sia solo un’arma di ricatto. Utilizzata, nei fatti e grazie all’acquiescenza di Bruxelles, molto bene. In secondo luogo le procedure: il confine turco-siriano è un ricettacolo di falsari che sfornano passaporti a tutto spiano, garantendo così potenzialmente a chiunque un lasciapassare. In terzo luogo, l’intesa affronta il problema a metà: la rotta fra Turchia e Balcani verrà forse messa in sicurezza, alleggerendo la posizione della Grecia ma esponendo l’Italia ad un’invasione da sud della quale, nei primi mesi di quest’anno, si son già viste le iniziali avvisaglie.
Nicola Mattei