A Kiev l’opposizione ucraina è animata non soltanto dai filo-Ue, l’ala guidata dalla Timoshenko, ancora in carcere ma particolarmente attiva con i comunciati stampa, e dall’ex pugile Vitaly Klitschko, ma anche dai nazionalisti di Svoboda e da altri gruppi riuniti nel cosiddetto “Right Sector” che non vedono di buon occhio né la vicinanza alla Russia né gli accordi con Bruxelles. L’unico fattore che sembra unire le diverse anime della protesta non è quindi la volontà di entrare nell’Unione Europea ma l’avversione nei confronti di un governo corrotto come quello del presidente Yanukovich.
Ecco quindi come, in una situazione interna così complicata e con gli accordi tra Mosca e Kiev a rischio, se l’attuale governo dovesse cedere alle pressioni dell’Ue, si inserisce come agente destabilizzante la diplomazia statunitense. Il segretario di Stato americano John Kerry non ha solo espresso “disgusto” per i metodi repressivi utilizzati dal governo di Yanukovich nei confronti dei manifestanti ma ha ricordato per l’ennesima volta agli ucraini di “decidere il proprio futuro”. Una dichiarazione che ricalca quanto già detto da Kerry a dicembre: “Mi rivolgo al popolo ucraino, noi diciamo la stessa cosa: anche voi meritate l’opportunità di scegliere il vostro futuro”. Un chiaro invito da parte di Washington a cambiare rotta e rivedere l’alleanza incondizionata con Mosca.
Il problema di fondo è che l’Ucraina dipende dalla Russia da un punto di vista energetico e commerciale, gli accordi dello scorso dicembre hanno eliminato oltretutto gli ostacoli al commercio bilaterale tra Mosca e Kiev. E il governo di Putin sembra deciso a difendere la propria posizione dominante, anche per non perdere la partita con Obama dopo diverse mosse vincenti sullo scacchiere geopolitico.
“Ritengo che gli appelli alla calma lanciati da leader dell’opposizione, come Vitali Klitschko, dimostrino che la situazione sta sfuggendo ad ogni controllo”, ha dichiarato il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov a proposito degli scontri che si stanno verificando in Ucraina. Il capo della diplomazia di Mosca ha detto inoltre che “la situazione in Ucraina dovrebbe essere risolta senza alcuna interferenza esterna” ed ha definito “vergognoso” l’appoggio incondizionato di alcuni alti dirigenti dell’Unione Europea all’opposizione ucraina.
Eugenio Palazzini
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